lunedì 22 novembre 2010

Evento: Cena Macrobiotica


Per ricordare un maestro, un uomo ma soprattutto una amico. Un punto di riferimento che è venuto a mancare. Per aiutare Cuisine et santè. Per conoscerci. Per stare assieme. Per mangiare bene. Soprattutto per ridere!!!


mercoledì 27 ottobre 2010

Nishimè di Cavolo in Torta

La trasformazione degli avanzi è una cosa fondamentale per chi, come me, non vede il freezer di buon occhio. Saper rielaborare il cibo per non stancarsene diventa importante se si cerca di non buttare mai via niente.
Ovviamente questa è una ricetta un po’ lunga se si pensa di partire dal niente e produrla, ma se la si divide in due giorni diversi è sicuramente più breve e più sana.


Per il Nishimè

1 cavolo cappuccio
100 gr. di uvetta
Santoreggia e maggiorana
Sale

Per l’impasto
300 gr di farina (metà integrale e metà raffinata)
15 gr di lievito di birra fresco
Un cucchiaio di olio di mais
Acqua q.b.
Sale

In aggiunta:
100 gr di tofu
Salsa di soia
Sesamo nero tostato

Per prima cosa pulite il cavolo e tagliatelo a quadratini (variante dei cubetti per il cavolo cappuccio).
In una pentola alta mettete un dito d’acqua, il cavolo, l’uvetta lavata e le erbe aromatiche. Cuocete per 15-20 minuti a pentola chiusa. La fiamma può essere alta fino al raggiungimento della temperatura di cottura, ovvero fino al formarsi del vapore, a quel punto abbassate il fuoco e iniziate a contare i minuti.
Quando il cavolo sarà tenero salate e lasciate riposare 10 minuti.

Il nishimè di cavolo (ovvero cottura senza olio ) può essere mangiato anche così e magari utilizzato per la realizzazione della torta al pasto successivo.

Sciogliete in mezzo bicchiere di acqua tiepida il lievito di birra e lasciate che riposi fino a quando non inizierà a far le bollicine. A quel punto unitela alla farina, all’olio, ad altra acqua e impastate.
Si deve ottenere una palla liscia che lascerete lievitare da 5 minuti a qualche ora.
Dividete l’impasto in due parti non uguali, la più grande circa due terzi del totale. Stendete prima la sfoglia con la porzione d’impasto più grande e foderate una tortiera precedentemente oliata e infarinata. Bucherellate con una forchetta. Farcite con il nishimè, eliminando l’acqua in eccesso, il tofu (sbriciolato con le dita) e cospargete la superficie di semi di sesamo tostate. Insaporite con un po’ di salsa di soia.
Stendete l’altra sfoglia e chiudete la torta rigirando il bordo.
Cuocete in forno a 180° per circa 3° minuti, ovvero fino a quando la superficie non risulterà dorata.

venerdì 27 agosto 2010

In fase di trasloco

Ho usato un anno. Un anno davvero tosto, che non ho vissuto come avrei dovuto vivere... troppe ansie, preoccupazioni, incertezze e tentennamenti. Ho usato un anno, ma sono cresciuta per due. Probabilmente sono invecchiata per tre, ma poco importa.
Sono in atto tanti cambiamenti e non stupitevi se troverete novità anche nei prossimi post, se cambio io cambieranno anche loro… troppo simili l’uno all’altra non trovate???
Io questo periodo mi sono fatta molta auto-analisi, non ho solo sventrato una casa, rischiando di far crollare quello che doveva star su (vatti a fidare degli ingegneri :DDDD) ma ho ristrutturato anche me… anzi il termine giusto è manutenzione straordinaria dell’alghetta… e per farlo non ho dovuto presentare nessuna DIA ;)
Fino ad ora ho voluto cercare di apparire quello che sarei voluta essere come macrobiotica, parlando di evasioni, ma senza specificare più di tanto. La voglia di apparire quello che vorrei essere mi ha portata a non sentirmi più rappresentata da quello che scrivevo.
Sto cercando invece di sgretolare l’immagine che credo che gli altri abbiano di me, per vedere quella che sono davvero, per scoprire cosa mi piace e quello che voglio dalla mia vita.
Sto decidendo cosa tenere e cosa buttare in questo trasloco.

Il riso integrale verrà con me nella nuova casa, come il ricordo di chi mi ha dato la consapevolezza della sua importanza, Renai Levì. Renai ci ha lasciato nella notte tra il 15 e 16 agosto, e io lo ricorderò sempre con gratitudine, per quello che mi insegnato e per quello che ha fatto per molti.

Come ci insegna la filosofia orientale ad ogni cosa c’è il suo contrario, quindi io apro questo nuovo inizio con un pensiero di riconoscenza anche a C., la mia omonima bolognese, che conosciuta tramite questo spazio è diventata un’amica e confidente preziosa. Adesso che sta diventando mamma non posso fare a meno di pensarla tutti i giorni con tanto affetto.