lunedì 22 dicembre 2008

Serata Naturale e Macrobiotica & Natale (prima parte)

La cena è stata un piccolo successo, Nena ed io siamo davvero soddisfatte, anche se prendiamo appunti per futuri miglioramenti.
Il menù l’ho predisposto io, mentre la mia socia si è occupata della logistica in maniera superba.
Le ricette non sono tutte originali, anche se il mio zampino non manca ed, essendo un’occasione speciale, mi sono rivolta a ricette d’ispirazione di LSG, a rivisitazioni in veste vegan di specialità etniche e ho proposto anche una ricetta copiata di sana pianta. La ricetta in questione è la vellutata, presa dal bellissimo testo “ Zuppe a porter”, ricco d’idee sfiziose, molte delle quali facilmente trasformabili in chiave macrobiotica.

L’entrèe

Vellutata di Carote Sedano e Mela


800 q di carote
3 belle coste di sedano
3 mele leggermente acidule (meglio se granny smith)
2 cipolle
1 litro di acqua
alcuni rametti di prezzemolo tritati
sale

Mondate le carote e tagliatele a rondelle. Eliminate, se necessario, le foglie dalle coste sedano. Tagliare le coste a pezzettini. Sbucciate le mele (se non biologiche) e tagliatele a spicchi di grandezza media. Sbucciate e affettate finemente le cipolle. Scaldate l'olio d'oliva in una pentola d'acciaio e saltate le cipolle e il sedano per dieci minuti, mescolando di tanto in tanto. Aggiungete le carote e le mele, poi l'acqua. Salate. Portate a bollore e lasciate cuocere a fuoco molto dolce per circa trenta quaranta minuti. Tutte le verdure, e in particolare carote, devono essere molto tenere. Frullate fino ad ottenere una consistenza cremosa.
Si può aggiungere un po' di prezzemolo tritato al momento di servire ma è squisita anche con lo zenzero…

Il primo piatto

Risotto porri e zafferano
Questa ricetta la trovate già QUI.

Moros e Cristianos in torta vegan

Questo piatto è di origine sudamericana ed io gli ho dato semplicemente una veste vegan e macrobiotica eliminando i pomodori oltre ai prodotti animali.


Per i legumi:
150 g di fagioli borlotti
150 g di ceci
2 cipolle
2 cucchiai di olio d'oliva extravergine
4 Cucchiai abbondanti di farina
4 cucchiai di panna di soia
timo e salvia
sale

Per decorare:
una manciata di pistacchi

Mettete i legumi e kombu in ammollo per una notte, tenendo separati ceci e borlotti.
Cuoceteli sempre separati in 2 pentole a pressione. Saltate le cipolle tagliata finemente nell’olio di sesamo assieme alla salvia e al timo.
Lasciate intiepidire i fagioli e i ceci e scolateli. Trasferite i primi in un mixer con metà panna due cucchiai di farina, e una parte delle cipolle. Frullate a crema e versate in uno stampo da torta oliato e infarinato, livellando con una spatola. Eseguite la stessa operazione con i ceci e versate sempre nello stampo con la purea di fagioli.
Livellate e spolverate con i pistacchi tritati grossolanamente a coltello. Infornate a 190°C per circa quaranta minuti, lasciate intiepidire e servite.
Un consiglio Se vedete che la purea risulta troppo soda, frul­late i legumi con poca acqua di cottura.

Continua....

sabato 20 dicembre 2008

Serata Naturale e Macrobiotica



Sono emozionata e felice. Non vedo l’ora di rivedere amici che da troppo mancano dalla mia vita. Nena ed io abbiamo organizzato la cena fin nei minimi dettagli e ora non ci resta che incominciare.
Buon Sabato a Tutti!!!

mercoledì 17 dicembre 2008

Maki il ritorno

Tornare a casa senza la minima voglia di mangiare e cucinare penso sia il minimo dopo 10 ore passate fuori casa tra il freddo dei rilievi e la frenesia dell’ufficio. Poi una sbirciatina al frigorifero ed ecco l’illuminazione: qulacosa che faccia tornare l’appetito veloce buono e colorato, insomma qualcosa che distragga e che regali una nota agrodolce che smuove le enegie, e magari anche le idee ;DDD



½ cavolo violetto
Due cucchai di olio di sesamo
Due cucchiai di acidulato di riso
Un pizzico di sale
Una tazza di riso già cotto magari con l’umeboshi al posto del sale
Due foglie di nori
Due cucchiaini di senape antica (con i semini)

Tagliare il cavolo cappuccio a striscioline sottili e saltarlo in padella con poco olio per una decina di minuti, salando circa a metà cottra. Per questa preparazione ne userete solo poche manciate ma, già che ci siete, avrete un po’ di verdura al dente dal gusto acidulo e dal colore brillante ideale per accompagnare le vostre portate.
Passare velocemente sulla fiamma le nori in modo da tostarle. Stendere il riso al centro del primo foglio di nori lasciando libere tre cenrimetri sopra e sotto il foglio stesso. Spalmare con il cucchiaio un po’ di senape e farcire con il cavolo saltato il bordo del foglio libero dal riso. Ripiegare su se tessa l’alga partendo dal basso. Bagnare con le mani la striscia in alto e rischiudere il rotolino. Ripetere la stessa operazione con l’altra nori. Taglaire i maki a fantasia con la lama del coltello bagnata.

lunedì 15 dicembre 2008

La Ricetta, il relax e il Succo di Mela Caldo

Perdermi nelle consegne di fine anno è il minimo che mi può capitare in questo periodo, se poi ci metto anche viaggi e viaggetti, un’alimentazione non proprio adeguata alle mie necessità, malesseri lievi ed emozioni forti, viene fuori che io divento uno straccio, il blog rimane trascurato e incasino persone e situazioni.
Sto preparando la cena del 20, e in un turbinio di esperimenti culinari che rimangono incompleti per via del poco tempo, non ho ancora prodotto nulla di degno da proporre a voi e alla serata in questione.
Per farmi perdonare vi propongo una canzone che adoro, e la dedico ad una super mamma che vive di musica e di cucina macro, perché se son somara lei ci possa rider sopra ;DDD



Quando la sera la testa lavora troppo e non vi lascia riposare può essere d’aiuto una tazza di succo di mela caldo con qualche grano di sale che lo equilibrerà enfatizzandone la dolcezza :)

mercoledì 3 dicembre 2008

Auguri Pistacchini!!!




Oggi è il primo compleanno dei miei nipotini. Ho i sensi di colpa della zia poco presente e lontana, che adorando la loro mamma, si scioglie letteralmente a loro cospetto.
Sono forti da togliere il fiato. Tanto non tocca me essere obiettiva!!!
Ma quanto son belli!

AUGURI BESTIOLINE!!!!

Cavolfiore in crema

Il cavolo nelle sue molte varietà è una delle mie passioni. Questa ricetta è semplicissima, gustosa e d’effetto, quindi un’ottima alleata per una cena improvvisata ma sfiziosa. E' perfetta anche da portarsi dietro nel lunch box, io l'adoro;DDD



Un cavolfiore
Besciamella
Semi di papavero
Due tazze e mezza di brodo di kombu o acqua
Olio di sesamo

Tagliare a cimette non troppo piccole il cavolfiore. Cuocere a vapore utilizzando l’acqua o a scelta il brodo di Kombu, per una decina di minuti. Mettere in una teglia oliata il cavolo, coprire con la besciamella e guarnire con i semi di papavero.
Infornare a 180° per una decina di minuti ovvero finchè non farà una crosticina dorata.

martedì 2 dicembre 2008

13 e 14 Dicembre Lenticchie for love



Il week end del 13 e 14 dicembre la LIPU organizzerà nelle piazze italiane e nelle sue 50 sedi una vendita per beneficienza, infatti, con un contributo minimo di 5,00 euro si potrà aiutare i nostri amici pennuti, oltre che diventare proprietari di una confezione di generosissime lenticchie.
Questo è il sito della LIPU, dove potrete vedere il progetto esposto in maniera più dettagliata e le varie location dell’iniziativa.

lunedì 1 dicembre 2008

Lunch box delle mie brame

Arriva dicembre e io pregusto la montagna, magari la neve, gli sci ma anche solo il camino acceso e la compagnia dei miei amici, per un Natale insolitamente trascorso lontano dai miei ma con persone comunque molto care.
Mi aspettano quattro settimane di delirio, malgrado il mio talento nel dribblare gli impegni natalizi, e i regali poco sentiti.
Inoltre mi scopro ad essere insolitamente spaventata e simultaneamente emozionata per una novità: la data è fissata, gli inviti partiranno a breve, il menù è già abbozzato, sarà una cosa intima, ma se va bene con il tempo crescerà, insomma vedremo che ne sarà del primo corso di cucina organizzato da Elena e da me.



Intanto ecco un lunch box ideale per l’inverno, dolci coccole colorate e preparazioni dall’energia calda:
Miglio e zucca, tempeh al soyu e rosmarino, radici saltate allo zenzero e olive verdi in salamoia.

giovedì 27 novembre 2008

Radici al Miso e Limone

Ieri sera mentre informavo il mio maritino, degli impegni della prossima settimana e lui mi “rideva” apertamente perché non sono riuscita a evitare un appuntamento buffo, che si aggiunge in maniera catastrofica alla mia vita non proprio rilassata, pensavo a quale piega bellissima abbia preso la mia vita :)
Tra rape e rapotti, miso e risotti, lunch box colorati e/o pratici, mi sento davvero una persona felice. Probabilmente felice del niente (ma a chi lo voglio dare a bere?) ma felice!



Due rape di grandezza media
Quattro Carote
Due cucchiai di olio di sesamo
Un cucchiaio scarso di miso d’orzo
Un rametto di rosmarino
Due foglie di alloro
Un cucchiaino di scorza di limone grattugiata
Acqua calda qb
Un pizzico di sale


Mondare carote e rape e tagliare a fette grosse, spesse fino a mezzo centimetro. Stufare le verdure nell’olio di sesamo, con le erbe aromatiche, per una ventina di minuti e aggiungere un pizzico di sale chiudendo poi il coperchio. Lasciare sciogliere il sale. Nel frattempo miscelare il miso in poca acqua calda. Condire le radici e sobbollire per tre minuti. Guarnire con scorza di limone grattugiata. Servire caldo, e mangiare con allegria (se piace) ;)

mercoledì 26 novembre 2008

Riso e Azuki

Una ricetta semplice che piace molto al Criticissimo, il quale dovrebbe cambiare nomignolo, perché sta diventando meno critico, a volte è quasi entusiasta della mia cucina e della mia scelta alimentare ;DDD
Inoltre chiederei un applauso di incoraggiamento nei riguardi del mio ometto, che oggi sta vivendo il suo quinto giorno senza derivati animali e senza cotture al forno. Non pensiate che stia diventando vegetariano. Sta dando dieci giorni di pausa ai suoi organi, e io lo stimo tantissimo per quello che sta sperimentando.
Forza Tester!
Forza!!!



Una tazza di riso integrale
1/2 tazza di azuki
Quattro tazze d’acqua
1 e 1/2 C. di tamari
Un porro
Un cucchiaio di olio di sesamo


Stufare il porro mondato e tagliato fine e metterlo da parte. Cuocere i legumi per una mezz’oretta, aggiungere il porro e il riso e proseguire la cottura per 45 minuti. Salare con il tamari e spegnere il fuoco dopo aver lasciato sciogliere il sale, solitamente 3 o 5 minuti.
Servire ben caldo.

giovedì 20 novembre 2008

Un Lunch Box del Cavolo

Il lunch box che vi presento oggi è un po’ del cavolo per almeno due motivi: il primo è che oggettivamente è cavoloso ;); il secondo è che presentarvi un lunch box oggi, che in realtà ho mangiato in mensa con il Criticissimo ha del redicolo!
Dite che mi è mancato??? Un po’ si, lo ammetto. Stamattina ho controllato la mia borsa da Mary Poppins almeno 10 volte prima di uscire, non riuscivo a rendermi conto che fosse così leggera per la sola mancanza del ciiiibooo (come direbbe Homer) ;DDD
Comunque ieri non ce l’ho fatta a cucinare, sono uscita di casa alle nove e ci sono tornata all’una, dopo lavoro, palestra e cinema…
Ho cenato??? Non credo che quello che ho messo in bocca si possa definire propriamente cibo, ma oggi sono ancora viva e ieri ho passato davvero una bella giornata ;D
Oggi si replica, domani pure… VOGLIO LA MIA CUCINA!!! Mi sa che stanotte mi devo inventare qualcosa…



Nel lunch box: involtini zucca tofu e arame, e un semplice riso bollito assieme a cavolfiore, cavolo verza e cipolla.
A me è piaciuto molto!!!

lunedì 17 novembre 2008

La Pasta e Fagioli della Mami

Nei miei post parlo molto spesso della mia super suocera, meno della mia adorata mami... rischio che mi si ingelosisca... e non mi pare il caso ;)

Questa è una ricetta della mia creatrice, ovviamente con variazioni macrobiotiche, ma è comunque uno dei piatti che più adoro. Per me è una festa quando la prepara. E' una delle poche cose che mi fa lasciare il lunch box in frigorifero, e riempire il piatto almeno due volte. :DDD
Mia madre è davvero un’ottima cuoca, purtroppo ha una figlia ingrata, che non solo diniega la sua cucina, ma sta addirittura cercando di traviarla verso chissà quali stranezze esotiche ;DDD


3/4 di tazza di borlotti
6 cm di Kombu
5 tazze d’acqua
80 gr di pasta di kamut
1 cipolla
2 cucchiai e mezzo di tamari
Due cucchai di olio exravergine d’oliva
Pepe nero macinato per guarnire (facoltativo)

L’ammollo è una fase importante per la preparazione dei legumi, e nel caso dei borlotti, è a dir poco fondamentale, per agevolare la cottura, ma soprattutto la digestione. La sua durata varia a seconda del tipo di legume, ma anche della sua freschezza, da un minimo di 6 ore ad un massimo di 24. E' importante ricordandosi di cambiare l’acqua ogni 12 ore. Questa fase va fatta in acqua fredda e non salata, volendo con l’aggiunta della kombu, anche se l’acqua andrà ancora rinnovata prima di procedere alla cottura.
Tagliare la cipolla finemente e metterla a dorere in una pentola a pressione per qualche minuto. Aggiungere l’acqua e i borlotti e cuocere per un’ora e mezza dal fischio, inserendo lo spargi fiamma.
Controllare la cottura per verificare di aver ottenuto la morbidezza desiderata. Con la sciumarola prelevare circa un quarto dei legumi e metterli da parte. Frullare il resto o passarlo nel passaverdura in modo da ottenere una crema. Riunire in pentola sia i legumi che la crema e portare a bollore, aggiungere tamari e la pasta e cuocere finchè quast’ultima non sarà pronta.
Servire ben caldo con un po’ d’olio e pepe.

venerdì 14 novembre 2008

Involtini di Zucca Tofu e Arame

Questa è una ricetta ispirata da un libricino di cucina naturale che ho sfogliato in libreria. Non ho letto ne gli ingredienti ne la preparazione, ma il solo vedere quella foto con la zucca e il tofu abbracciati da un brillante cavolo verza mi ha fatto fantasticare…
“Questa è mia!!!” ho affermato…
Ecco la mia proposta, gustosa, autunnale e davvero di enorme soddisfazione per me ;D
Buon appetito!



10 foglie di cavolo verza
Due tazze e mezza di zucca tafìgliata a cubetti
Un cucchiaio di arame già cotte
Una confezione di tofu
La parte verde di un cipollotto
Due tazze di acqua o di dashi
Tamari q.b.
Olio extra vergine di oliva
Cinque cucchiai abbondanti di besciamella al carry
Semi papavero per guarnire


Cuocere a vepore la zucca tagliata a cubetti per circa 10 minuti, utilizzando anche il dashi al posto dell’acqua volendo. Bollire il tofu per qualche minuto con un qualche goccia di tamari.
In una pentola a parte sbollentare le foglie di cavolo verza per 3 minuti ciascuna.
Io le cuocio a due a due, per garantire una cottura uniforme.
Non aggiungo altro sale perché le arame sono cotte in una soluzione di tamari e zenzero e risultano sempre abbastanza saporite.
Mescolare la zucca il tofu, le arame e la parte verde di un cipollotto tagliata fine fine.
Sistemare al centro di una foglia d cavolo verza un cucchiaio e mezzo di ripieno, piegare prima i lati della foglia, poi la parte superiore per poi ruotarla fino alla base, dove la costa si allarga naturalmente.
Ripetere l’operazione per tutte le foglie e disporre in una pirofila oliata. Guarnire con besciamella al carry* e semi di papavero.
Infornare a 180° per dieci minuti e servire ben caldo.

*Preparare la besciamella al carry è semplicissimo basta seguire la mia ricetta classica e aggiungere un bel po’ di carry al posto della noce moscata.

giovedì 13 novembre 2008

DDL Anti blog

Non ho tempo ne voglia di commentare questa notizia, seplicemente la divulgo ;)

mercoledì 12 novembre 2008

Risotto ai finferli…

Adoro i funghi! E’ una di quelle cose di cui ne limito le abbuffate solo per pudore macrobiotico, infatti, sono molto yin (espansivi, hanno un energia umida e fredda), quindi difficili da equilibrare. Devo ammettere di non essermi mai documentata in maniera approfondita sui loro pregi e difetti, semplicemente li limito a sporadiche occasioni, perché pur piacendomi molto, non ne sento la necessità.
Poi capitano regali mangerecci, come i 2 etti di finferli che mia madre mi ha donato, trasformati in risotto dietro suo consiglio.
Questa è una ricetta molto tradizionale, quindi è ideale per chi si vuole avvicinare alla cucina naturale senza traumi ;DDD


una tazza di riso semintegrale o integrale
due tazze e mazza di acqua
200 gr di finferli (o altri funghi)
La parte bianca di un cipollotto
Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Sale marino integrale qb
Prezzemolo per guarnire

Pulire con attenzione i finferli dalla terra aiutandosi con un coltellino affilato. Tagliarli finemente e metterli da parte.
Tagliare il cipollotto e dorarlo in un cucchiaio e mezzo d’olio. Aggiungere i funghi facendoli restringere per una decina di minuti.
In un pentolino mettere a bollire l’acqua nella quantità indicata con un po' di sale.
Lavare il riso e tostarlo assieme ai funghi e al cipollotto finché il liquido non sarà evaporato o assorbito.
Aggiungere l’acqua calda, chiudere con un coperchio, e inserire lo spargi-fiamma.
Continuare la cottura per 20 minuti.
Una volta che il riso avrà assorbito tutto il liquido, valutare la sapidità (nel caso servisse, salare, e cuocere ancora per tre minuti per farlo sciogliere) spegnere il fuoco e aggiungere un filo d’olio. Lasciare riposare 10 minuti, come si conviene ad un risotto ;), e servire con spolverata di prezzemolo fresco.

lunedì 10 novembre 2008

Besciamella

Anche oggi vi presento una ricetta che mi garba da molti anni. L’adoro perché con una semplicità estrema arricchisce i piatti di quel tocco morbido e vellutato che sa tanto di coccole serali.
Penso si legga una ricetta simile nel libro “La dieta macrobiotica” di George Oshawa, sicuramente c’è in “Il cucchiaio di legno” di Dminique Rosel di cui ho parlato anche nell’ultimo post.
Io ve la propongo con qualche piccola precisazione e con la certezza che piacerà a molti.
Presto vi faccio vedere come è si è resa utile per la sottoscritta ;)



1 /2 tazza di farina di riso
2 tazze e 1/2 di acqua o di
brodo di kombu non caldo
1 Cucchiaio di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino di tamari o shoyu
Un pizzico di noce moscata

In una pentola d’acciaio scaldare l’olio e aggiungere la farina facendola dorare in modo uniforme. Versare l’acqua o il brodo e cuocere a fiamma media, mescolando finché non si addensa per evitare che formi dei grumi. Aggiungere la salsa di soia o il tamari e lasciare riposare per qualche minuto coperto.
Nel caso che la preparazione che dovrà accompagnare non preveda il forno, continuare la cottura per 10 minuti, altrimenti aggiungere la noce moscata e controllare di sale.

giovedì 6 novembre 2008

La Torta dell 'Anna

Questa torta ha una storia lunga quanto la mia macrobiotica. Credo sia il primo dolce che ho preparato, leggendo una ricetta su un libro. L’ho presentato anche a colei che oggi è la mia splendida suocera.
Le è piaciuto e ha iniziato a farlo con regolarità, stravolgendo e ri-inventando le mie indicazioni.
E’ diventato con gli anni un suo classico. Continua a rinnovarla tutt’oggi, mischiando cereali, alterando succo di mela e bevande vegetali, a volte anche mischiandoli tra loro… è davvero una fonte d’ispirazione.
Questa è una delle tante possibilità:


Una tazza di riso semintegrale
Due tazze e mezza di succo di mele limpido
5 mele
Malto (facoltativo)
Una manciata di uvetta
Una manciata di mandole
Una puntina di vaniglia
Una puntina di cannella in polvere
Un pizzico di sale marino integrale

Farina e olio di mais per ungere e infarinare la teglia

Sbucciare 4 mele e tagliarle in fette fini. In una pentola d’acciaio mettere a cuocere per 30 minuti il riso nel succo di mela, assieme alle mele, all’uvetta alle mandorle alla vaniglia e al sale.
Nel frattempo tagliare anche l’ultima mela con la mandolina in modo da ottenere fettine sottilissime per guarnire.
Accendere il forno alla temperatura di 180°.
Preparate la teglia ungendola e infarinandola..
Quando il riso sarà pronto lasciare la pentola chiusa per qualche minuto in modo che il riso assorba tutto il liquido e che si stacchi bene dal fondo. A questo punto assaggiate e valutate se necessita o meno di malto.
Aggiungere la cannella, mescolare e versare il composto nella teglia. Rivestire con le fettine di mela e infornare. Cuocere per 30 minuti


Questa ricetta si presta a mille varianti… scoprite la vostra!!!

giovedì 30 ottobre 2008

Chi dice che la macrobiotica non è cibo per pennuti???



Papagayo vive con me da più di 15 anni. Questo fa di lui un vecchietto brontolone e incredibilmente adorabile, con cui ho condiviso la maggior parte della vita.
Come tutti i pappagallini “inseparabili” sta libero per casa e spesso e volentieri addosso ai suoi umani. Come pochi, invece, ha le ali lunghe e bellissime che gli permettono con totale libertà di svolazzare sia fuori che dentro casa. Ci ha fatto già capire che non ha la minima voglia di superare i confini dei terrazzi, e con le attenzioni dovute e un po’ di apprensione, quando sono con lui, gli lascio fare tutto quello che vuole.
Ha imparato da poco ha fare le scale a chiocciola svolazzando a segmenti per venire a salutare l’ultimo arrivato, più o meno come farebbe un cagnolino.
Adora i pancake della domenica, tutti i tipi di semi, la gallette di riso, le carote, le noci, i muffin, i semi di zucca tostati con il sale (esattamente come il Criticissimo) e farebbe volentieri il bagno nella birra (come sopra ;DDD).
La foto è la prova che gradisce molto anche le mele cotte con il kuzu ;)

martedì 28 ottobre 2008

Dashi

Mentre ero in volo per tornare a casa e mi godevo il bellissimo tramonto blu – arancione sul mare, pensavo a una zuppa calda e fumante che avrei barattato volentieri al posto del special veg meal offerto dalla graziosa hostess.
Appena messo piede nella mia cucina la prima cosa che ho prodotto è il dashi, mi mancava troppo!


Il dashi o brodo di Kombu potrebbe entrare a far parte di una nuova serie di post, il cui il nome ideale sarebbe “cucchiaiate di salute”. Il mio interesse per questa facilissima preparazione è legato alla sua versatilità, e può essere inserita in numerosissime ricette senza che qualche critico commensale si accorga di mangiare le mille qualità benefiche della kombu. Il suo sapore delizioso si intona a verdure, cereali e legumi e pur non profumando di mare arricchisce le portate.

Sei tazze di acqua
20 cm di alga kombu

Se l’alga presentasse accumuli di sale, o fosse sporca, è consigliabile pulirla con un panno bagnato, infatti generalmente si evita di passarla sotto l’acqua per non disperdere troppi sali minerali.

Per la preparazione del dashi mettere l’alga in pentola con l’acqua e cuocerla per un periodo che varia tra i 5 e i 20 minuti, a seconda dell’energia che volete imprimere.
Filtrate con un colino, e versate il brodo in barattoli di vetro.
In frigorifero si conserva anche 10 giorni.

Questa preparazione è la base ideale di brodi di verdura, condimenti e besciamelle. Può essere utilizzata anche come liquido nella cottura di legumi, nelle cotture al vapore o bolliture, inoltre con l’aggiunta di verdura è un buon brodo per servire udon e soba.

L’alga può essere messa su un piatto ad asciugare ed essere utilizzata in altre preparazioni...

lunedì 27 ottobre 2008

Ospite di un forum…

… e che forum!!!
E da qualche mese ormai che la redazione di Giallo Zafferano ha creato nel suo interessantissimo forum una sezione di Cucina Naturale. Lo ha fatto per dare ai suoi iscritti la possibilità di avvicinarsi a un altro punto di vista della cucina, più naturale e sano, ma ovviamente con un’ occhio attento anche all’aspetto culinario.
Io ho l’onore di esserne la moderatrice, propongo post teorici, ricette, e cerco di rispondere in maniera esauriente a dubbi e domande.

Questa è una opportunità molto importante per me, perché per la prima volta la cucina naturale si intrufola in un sito di cucina attento e competente.
per voi, che immagino mi seguiate per un interesse più o meno spiccato per la macrobiotica, è uno spunto in più per imparare, domandare ma non solo......anche per proporre le vostre ricette

Se avete voglia e tempo sappiate che spesso sarò da quelle parti ;)

giovedì 23 ottobre 2008

La luna di miele

Vi siete mai chiesti perché si dice “luna di miele”??? Io si, ma non ho mai avuto una risposta soddisfacente, quindi non vi svelerò il mistero ;PPP, ma vi dirò semplicemente che io approvo in pieno questa definizione.
Mi è sembrato davvero di essere su un altro pianeta, e che questo pianeta fosse dolcissimo.


L’Egitto è stata una meta perfetta perché volevamo imparare e coccolarci allo stesso tempo. In più abbiamo ricevuto il dono inaspettato di conoscenze squisite e di compagnie piacevolissime.


Il cibo non è stato un problema, tutti i pasti erano a buffet e prevedevano sempre riso, verdure e spesso zuppe.
Non mi sono fatta problemi ad assaggiare cose che nella mia quotidianità non mangerei. L’obiettivo era quello di divertirmi e stare bene, le umeboshi e il miso mi hanno aiutato ad equilibrare e a proteggere il mio pancino da qualsiasi maledizione ;DDD

Mando un bacio virtuale a tutto il bus 11 e a Monty con cui abbiamo conosciuto il Cairo e solcato il Nilo.
Un mega abbraccio lo dedico con tanto affetto anche alle splendide coppie con cui abbiamo avuto l’onore di trascorrere una settimana in mar rosso, alla ricerca del pesce palla, e del dugongo ;DDD

domenica 19 ottobre 2008

Il giorno più bello…

Quando poco più di anno fa mi ha chiesto di sposarlo, mi sono talmente emozionata vedendo la scatolina che conteneva l’anello, che ho iniziato a piangere come una fontana. Guardavo le sue labbra muoversi, ma sentivo solo la mia voce nella mente che ripeteva “sta calma, sta calma”.
Non so cosa mi abbia detto!
Gli ho chiesto di ripetere, ma ridendo mi ha risposto “mi dispiace, ma non lo saprai mai…”
Ancora non lo so! Immagino che non fosse una domanda, visto che non ce n’era bisogno.

Il giorno del nostro matrimonio, invece ero calma. Tutti si sono stupiti di quanto fossi tranquilla.
In effetti perché agitarsi? Me lo sono chiesta più volte. Sull’uomo a cui avrei detto si non avevo dubbi.
Mi spaventavano i contrattempi, cose del tipo:
cadere dalla scalinata della chiesa, fare tardi, avere male ai piedi per le scarpe nuove… cose così… cose stupide, di cui non avevo il controllo, al di la del comprarmi scarpe più basse per essere previdente.
Perché preoccuparsi allora?
Ero emozionata, ovviamente! Felice. Felice da morire.


Non mi sono commossa per il SI.
Mi sono commossa quando circondata dai miei amici per un brindisi, ho percepito il loro amore per noi, la loro partecipazione ad una giornata tanto importante.
Ecco cosa non dimenticherò mai del mio matrimonio. Non scorderò mia quanto io mi sia sentita amata.



Non ho più parole per dire grazie, ne dovrei inventare, forse potrei anche farcela… sicuramente se lo meriterebbero…

giovedì 25 settembre 2008

Muffins ai mirtilli e profumo di cocco

Dopo domani mi sposo!!!
:**** a tutti!

Parte solida
320 gr di farina
3 C di farina di cocco
½ bustina di lievito naturale per dolci
1 c. raso di zenzero
Una spolverata di cannella
Una punta di vaniglia polverizzata

Parte liquida
Un bicchiere scarso di latte di soia (un dito dal bordo)
2 C colmi di malto
1 C di sciroppo d’acero
3 C di olio di mais
250 gr di mirtilli

In una ciotola unire gli ingredienti solidi. A parte miscelare quelli liquidi, facendo attenzione di sciogliere bene il malto nel latte di soia, mescolando con cura. Unire la parte liquida a quella solida e mescolare il meno possibile, quello che basta per amalgamare gli ingredienti.
Accendere il forno a 200°.
Preparare i pirottini di carta, ne basteranno 15 o 16, e con cucchiaio da gelato mettere una pallina d’impasto per ogni cestino.
Infornare e abbassare la temperatura a 180°. Cuocere in forno per 15-20 minuti facendo attenzione che non si dorino troppo.
I tempi di cottura sono un po’ il mio punto interrogativo di sempre, il mio forno cuoce molto in fretta, quindi regolatevi con il vostro alleato o semplicemente fate un po’ di attenzione :)

mercoledì 17 settembre 2008

Count Down

Inizia il conto alla rovescia e questi giorni che mi separano dalle ferie mi sembrano interminabili. Ho davvero voglia di staccare, di pensare solo a Noi e di godermi la sua sola presenza per almeno due settimane.
Io e il criticissimo abbiamo sempre fatto ferie con amici, viaggi tematici, piuttosto che gorde comitive dividendoci tra musei e bar.
L’unica vacanza in due, fu il generoso regalo dei suoi per la mia laurea, e io per la stanchezza o chissà per cos’altro passai tre dei quattro giorni a letto con la febbre. Ricordo benissimo la fantastica vista mare, con la mia metà che poveretta entrava e usciva dalla stanza, passando per il parapetto della terrazza, dividendosi tra bagni di sole e mare e coccole a me. Malgrado il malessere riuscii a rendere speciale quella vacanza tra barattoli di cereali in cottura angelica riscaldati con un bollitore e interminabili partite a carte.
Non so perché vi racconto questo, forse è solo perché ho voglia ancora d’estate, malgrado l’autunno sia arrivato con una imbarazzante puntualità.
Quest’anno non mi sento pronta.
Ho ancora molte energie da spendere prima di passare le mie domeniche a far lievitare la pizza trascorrendo le ore leggendo, per poi incontrarmi con il Criticissimo in cucina per la nostra personale “cerimonia del te”.

Siamo a - 10 e il mio buffissimo oroscopo recita cosi:

Scorpione di novembre: mettetevi l'anima in pace, gli astri hanno deciso che per voi è il momento di sistemarsi... il nomade in voi trema!

Io non credo agli oroscopi, ma dopo questa forse dovrei ricredermi ;DDD

lunedì 15 settembre 2008

Vellutata di Zucca e Patata con Scalogno perplesso

Domenica mi sono svegliata alle 4.30 di mattina, occhi sbarrati e neurone che correva come un pazzo su una rota da criceto. Mi è bastato un quarto d’ora per capire che non avrei più dormito. Ho riassettato la cucina e poi dalla disperazione mi sono rimessa ai fornelli, abbandonando così un inconsapevole periodo crudista ;)
Ho iniziato ad affettare lo scalogno, il quale, entusiasta di immolarsi per una pietanza macrobiotica e sanissima, è rimasto di stucco quando ha appreso che gli avrebbero fatto compagnia due patate. In questa follia notturna mi sono immaginata parola per parola l’arringa del povero scalogno, che acquistato con saggi propositi è stato trasformato in qualcosa di buonissimo, ma ben poco macrobiotico ;)
Questo periodo va così…c’est la vie!!!


2 scalogni un poco meno perplessi del mio ;)
2 patate onorate e felicissime
800 di. di buonissima zucca
1/2 L di acqua
Sale integrale marino q.b.
(considerate anche il miso che aggiungerete)
Miso bianco (un cucchiaino raso a persona)
Noce moscata per guarnire

Mondare e tagliare gli scalogni, la zucca e le patate, metterle in un pentolone con l’acqua e il sale, e cuocere lentamente per almeno un’ora, (vogliamo yanghizzarla un po’ questa patata ;DDD).
Per ottenere una crema liscia frullare il tutto.
Se siete in due, come noi, potete fare delle porzioni e surgelare la quantità che non riuscite a consumare nell’arco di tre giorni, per consumarle entro un mese ;)
Riscaldate solo quello che mangiate al momento e al bollore sciogliete il miso bianco.
Servite caldissimo guarnito con noce moscata.

lunedì 8 settembre 2008

Sono su un altro pianeta

Ancora non voglio raccontare nulla di quello che sto preparando e vivendo. In realtà essendo parte della sfera personale potrei evitare e tenermi tutto per me, ma mentre cammino per strada con l’ansia che mi chiude la gola, facendo passi veloci di chi sta per raggiungere una meta importante, mi rendo conto che voglio ricordarmi di questo momento della mia vita, di come faccio fatica a mangiare e di come mi rifiuti di cucinare.
In un tempo ormai lontano, da cui sono nata un’altra persona, questi erano segnali allarmanti, ora sono i sintomi di una felicità incontenibile che mi riempie la testa come bolle di sapone.
Non sono l’architetto più affidabile dalla terra in questi giorni e il mio capo se la ride scuotendo la testa.
Le mie amiche sabato mi hanno costruito una giornata tutta per me, mi hanno coccolata e riverita, mi hanno festeggiata con medaglioni di gallette di riso appese al collo con un nastro, rosso o rosa. Mi sono resa conto di quanto mi mancassero a causa dei lunghi periodi in cui si è troppo impegnate per vedersi, e di come sono fortunata ad avere incontrato creature così generose e divertenti. Per l’occasione si erano riuniti mondi e sfere della mia realtà che raramente si sfiorano.
Nei tragitti in macchina tra uno spostamento e l’altro, mentre una mi pungolava per controllare che non mi fossi addormentata, io cercavo di trattenere le lacrime per la mia felicità nel pensare a quanto sono incredibilmente fortunata.

GRAZIE RAGAZZE SIETE UNICHE!!!

venerdì 29 agosto 2008

Tiramisù di riso alle mandorle

Mi piace moltissimo fare dolci, sicuramente perché mi piacciono, ma anche perché mi rilassa e li considero evasioni e coccole.
Cerco comunque di non esagerare, ma anche così, ogni scusa è buona per donare qualcosa di mio ad amici e a parenti. Al compleanno del Criticissimo non poteva mancare un mio gesto in questo senso, con un dessert che ormai sta diventando una tradizione.


Due tazze di riso semi integrale
5 tazze di latte di riso
1/2 tazza di uvetta
Una punta di vaniglia
Un pizzico di sale integrale

Latte di riso q.b.(solitamente altri due tazze)
100 gr di mandorle
La buccia grattugiata di un limone o di un’arancia (non trattati)
Un cucchiaino di zenzero in polvere
Caffe d’orzo solubile per guarnire

1/2 litro di caffè d’orzo a temperatura ambiente
Biscotti secchi senza zucchero, uova o latte ;)
Oppure
Fette biscottate

Cuocere il riso in pentola a pressione per 20 minuti o in pentola aperta per 30.Frullare le mandorle con un po' di latte di riso e un pizzico di sale; unire riso, scorza grattugiata del limone (o di arancia), zenzero in polvere, rimanente latte di riso. Frullare bene fino ad ottenere una crema.Preparare una teglia con uno strato di biscotti imbevuti nel caffè d'orzo, poi uno strato di crema, poi un secondo di biscotti;infine l'ultimo strato di crema abbondante (gli starti croccanti possono variare a seconda delle preferenze da due a tre).
Tenere nel frigorifero a raffreddare, spolverizzare con il caffè d'orzo solubile e servire fresco.

martedì 26 agosto 2008

Ragù di soia nera

Che nome ardito per una salsa in cui non compare la benché minima traccia di carne. Io comunque non mi lascio intimidire e trovo che questo intingolo sia all’altezza di tale appellativo. Il termine ragù, come si legge su Wikipedia, prende vita dalla parola francese ragôut o meglio ragoûter, ossia “risvegliare l’appetito”.
Questo sugo con la sottoscritta ha questo effetto ;) ecco perché ho deciso di chiamarlo così.
Più che una ricetta è il matrimonio felice di due preparazioni già presenti sul blog, unite da un’ulteriore, seppur breve, cottura, e da un po’ di immancabile alloro.


Un vasetto di salsa simil pomodoro da circa 300 gr
150 gr di stufato di soia nera
Una o due foglie d’alloro
Acqua q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b. (facoltativo)

In un suribaki unire salsa e soia nera e schiacciare con l’apposito pestelli in modo da raggiungere una consistenza granulosa.
Cuocere per un 15 minuti il sugo assieme all’alloro e aggiungere due o tre cucchiai di acqua.
Volendo potete amalgamare il tutto con un po’ d’olio, in cottura, o a crudo, a seconda della stagione ;)

giovedì 21 agosto 2008

La Trasformazione dell’Umanità

La trasformazione biologica dell’umanità è una rivoluzione al cento per cento pacifica che non richiede né leggi ne dottrine, ne violenza, né movimenti di massa. E’ anche la rivoluzione più universale, capace di coinvolgere l’intero pianeta, di superare i confini nazionali, razziali, ideologici, religiosi e culturali. Si diffonde da persona a persona, da casa a casa, da comunità a comunità, da nazione a nazione; inizia dalle cucine per terminare con la realizzazione di un mondo unito nella pace.”


“Il nuovo libro della macrobiotica” Michio Kushi

mercoledì 20 agosto 2008

Zuppa di farro e borlotti e tendenze organizzative

Adoro questa cucina, perché malgrado sia un po’ lunghetta nei tempi di cottura, é di una versatilità estrema e mi permette, con un pizzico di organizzazione, di preparare anche piatti elaborati, dividendoli in tappe, se ne ho bisogno. Il cibo non ne risulta danneggiato, anzi le energie aumentano di qualità e i sapori si fondono ;)
L’ammollo la sera prima, buona parte della cottura la mattina (mentre mi preparo e gioco con Papagajo) e l’aggiunta delle verdure la sera, variando i tempi per decidere il grado di dolcezza o croccantezza.
Insomma non risulta banale nemmeno una semplice zuppa di farro con questa cucina ;)


1/2 tazza di farro decorticato
1/2 tazza di borlotti secchi
Un pezzetto di Kombu
6 tazze d’acqua
Tre carote
Una cipolla
Tre pomodori secchi (facoltativo)
Una foglia di alloro
Qualche aghetto di rosmarino
Sale q.b.
un’ombra di Pepe bianco (facoltativo)


La sera prima ammollate farro e borlotti separatamente nell’acqua equamente divisa, mettendo assieme al legume un pezzetto di kombu.
La mattina mettete in una pentola i borlotti (cambiando l’acqua e togliendo l’alga), il farro e le erbe aromatiche e cuocete per circa 50 minuti, con lo spargifiamma e il coperchio chiuso. Se dovete lavorare, come me, spegnete il fuoco e vivete la vostra giornata. La sera accendete ancora il fuoco, mentre tagliate le verdure, unitele alla zuppa in cottura e proseguite per mezzora. Salate 5 minuti prima di spegnere la fiamma.
Se desiderate le verdure più croccanti aggiungetele più avanti, dopo 20 minuti dal bollore, per spegnere il fuoco dopo dieci.
Servire calda o tiepida con un po’ di pepe ;)

Sviste macrobiotiche o eccezioni

So che pomodori appartengono alle solanacee, e al pari del pepe, non sono il massimo nella quotidianità, ma basta trovare il proprio equilibrio tra eccezioni e consuetudine, e sono sicura che l’intelligenza sia un’ottima guida in questo ;)
Io dopo un periodo di ristrettezza, più mentale che nei fatti, sono giunta alla conclusione che devo avere fiducia in me e nelle mie voglie, giocando con le energie, e vivendo la libertà :)
Ho imparato inoltre che le donne hanno spesso più voglia di introdurre spezie per variare nei sapori e nelle energie, in contesto che però deve rimanere povero delle stesse.

lunedì 18 agosto 2008

Stufato di soia nera

La soia nera è un’altra di quelle cose che adoro. La preparo almeno una volta a settimana, e trova anche l’approvazione del mio ometto che è sempre più entusiasta della convivenza, almeno dal punto di vista culinario ;D
Ormai si rammarica solo del mio bianco, che secondo lui proprio bianco non è ;DD


Una tazza di soia nera ammollata da 8 a 12 ore
4 tazze d’acqua
Una cipolla
Tre carote
Un francobollo di kombu
Salsa di soia q.b.
Zenzero in succo o grattugiato
Erba cipollina


La soia nera può essere tenuta in ammollo anche 24 ore, ma in questo caso, è necessaria l’accortezza di cambiare l’acqua almeno uno o due volte nell’arco del periodo.
In una pentola d’acciaio stufare la soia con l’acqua e la kombu.
Lavare e tagliare le verdure a quadretti e unirle al legume quando sarà trascorsa un’ora dal raggiungimento del bollore, terminando la cottura dopo un’altra mezzora.
Aggiungere la salsa di soia cinque minuti prima di spegnere il fuoco.
Guarnire con succo di zenzero ed erbe aromatiche.
MacroConsiderazioni
La soia nera pur essendo un po’ lunga nella cottura è un legume dalle importanti proprietà, e io consiglio di inserirla nelle nostre abitudini. E’ ideale soprattutto per le donne ;), infatti, è utilizzata per sciogliere accumuli negli organi genitali, principalmente femminili. Le sue qualità energetiche la rendono un legume fantastico anche per i reni, e inoltre possiede un’ottima qualità di proteine.

giovedì 7 agosto 2008

Semifreddo al caffè

Ieri sera sono tornata a casa tardi, come al solito, ma diversamente dalla quotidianità mi sono resa conto di aver dimenticato fuori dal frigo una confezione appena aperta di latte di soia :(
Per fortuna non si era ancora guastato, e ho voluto inventarmi un modo veloce e pratico per farlo sparire in fretta ;DDD


75 cl di latte di soia
25 cl di acqua
100 gr di farina di mandorle
3 cucchiai di malto
3 cucchiai di sciroppo d’acero o di succo di ribes
3 cucchiaini di agar-agar
2 cucchiai di orzo solubile più un po’ per guarnire
2 pizzichi di zenzero in polvere o un cucchiaio del succo
un pizzico di sale

In una pentola mettere il latte, l’acqua e l’agar agar e portare a bollore. Aggiungere la farina di mandorle a pioggia, il malto, lo sciroppo, il sale e continuare la cottura per cinque minuti.
In una pirofila aggiungere la polvere d’orzo lo zenzero, e versare la miscela caldissima.
Dopo un paio d’ore si sarà raffreddata e solidificata.
Frullare la gelatina e riempire le coppette o i flute.
Riporre il tutto in frigo per un paio di ore o fino al momento del dessert. Servire guarnendo ogni porzione con una spolverata di caffè d’orzo.

martedì 29 luglio 2008

Inciampare nella vita: Post personalissimo (scusate)

Perdere l’equilibrio, anche solo per un attimo, e ritrovarsi a vedere il mondo in un’altra prospettiva. Scoprirsi spaventati ed infuriati al punto da non riuscire a parlarne.
Decidere il silenzio momentaneo per evitare di dire cose di cui potrei pentirmi.
Chi mi sta attorno subisce il silenzio come coltellate, sperando che passi, capendo di aver commesso un passo falso, senza rendersene conto.

Ho sempre parlato tanto nella mia vita. Forse le mie parole hanno perso peso e importanza, subendo anch’esse l’inflazione; molto tipico in quest’Italia un po’ a rovescio.

Perché parlare se non si viene ascoltati? O peggio tacciati come rompiscatole, o per una che ha voglia di litigare?

Mi chiudo nel mio silenzio e aspetto, perché oggi mi va così. Forse aspetto qualcuno che abbia voglia di ascoltare e di capire. Forse aspetto semplicemente che mi passi, come al solito, rendendo ancora più evidente il fallimento delle mie armi.

domenica 13 luglio 2008

SAPORE DI SFIDA: Insalata di pasta in salsa agro-miso by Arame

Conchiglie marine di Kamut, fiori di carota, cubetti di sedano e palline di ceci, sono, assieme alla nota piccante della rucola, i protagonisti di questa variante al tema.
La salsa al miso, leggermente acidula, è una delizia che lega ed esalta i sapori naturali di questo piatto unico, fresco, leggero e sicuramente estivo.


250 gr di conchiglie di kamut
2 carote
1 gambo di sedano
½ mazzo di rucola
1 tazza di ceci già cotti (magari con Kombu e salati con salsa di soia)
Sale integrale marino
1 cucchiaio di semi di papavero
1 cucchiaino di timo fresco

Per la salsa
1cucchiaino di senape
2 cucchiaini di miso bianco
C cucchiaino di acidulato di riso
Il succo di mezzo limone
1e 1/2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di acqua


In una pentola d’acciaio mettere a bollire 1 litro e mezzo di acqua. Intanto mondare le carote e tagliarle in parti da circa 4 cm l’una. Inciderle verticalmente da tre a cinque volte per creare il disegno dei petali, tagliarle a rondelle e metterle da parte.
Lavare il sedano e tagliarlo a cubetti.
Sbollentare le verdure separatamente, per prime le carote per tre minuti, poi il sedano per due e porle a raffreddare.
Nella stessa acqua cuocere la pasta per il tempo necessario mantenendola al dente.
Nel frattempo lavare la rucola e tagliarla finemente.
Quando la pasta sarò cotta, scolarla e passarla sotto l’acqua fredda.
In un’insalatiera generosa e colorata unire la pasta ai ceci, alle verdure cotte e alla rucola, e mescolare con poco olio prima di riporla in frigorifero per 10 minuti, o meglio per il tempo necessario alla preparazione della salsa.

Per la salsa
Semplicemente miscelare in una ciotolina o bicchiere la senape, il miso bianco, l’acidulato di riso, il limone, l’acqua e l’olio.

Infine prendere l’insalata di pasta, condirla con la salsa al miso e guarnire con timo e semi di papavero...
il piatto è pronto ;)

venerdì 11 luglio 2008

Cibo e Arte… Che Kombu!!!!

Una settimana fa… forse due… un mio collega ridendo mi passa una rivista dicendomi che aveva trovato un articolo che certamente mi interessava …
Come mi conosce bene quella bestiolina… ;)


L’articolo parlava di Julia Lohmann e della sua performance alla galleria Nilufar di Milano. L'artista si è divertita a creare sculture luminose dal sapore di mare. Probabilmente solo io, vedendo le sue opere d’arte, penso ai ceci ;), o ai saporiti brodi, ma non ho resistito alla voglia di divulgare l’operato di questa artista.
Alcuni dei punti luce realizzati con le alghe rievocano davvero immagini marine, e creano atmosfere poetiche.
E' sicuramente un'idea originale, ma non so quanto sia pratico avere la kombu che pende dal soffitto :D, anche se potrebbe evitarmi di aprire la dispensa ;)
Comunque complimenti a Julia che ci ricorda come l’arte sia figlia della natura, della fantasia e del coraggio… io spero di non perderla di vista

giovedì 10 luglio 2008

Un classico: Tofu marinato

Mangiare il tofu al naturale spesso lascia interdetti, infatti non avendo un sapore molto marcato, chi ne è amante viene spessissimo deriso e bollato come uno che ha rinnegato il gusto ;)
Io mi faccio sempre sonore risate, e solitamente minaccio i miei amici di invitarli a cena, e loro mai che dicano di no... ;)
Il tofu marinato acquista invece un buon sapore, ed è l’ideale in questa stagione, perché mantiene un energia fresca, e si arricchisce di sali minerali.
Io lo adoro con le verdure pressate o saltate, o nelle insalate di cereali.


Una confezione di tofu al naturale
2 parti di acqua abbondanti
1 parte scarsa di salsa di soia.
Erbe aromatiche come: timo, origano, erba cipollina.
Un cucchiaio di
succo di zenzero, o direttamente un cucchiaino di zenzero grattugiato.

Tagliare il tofu a fette di spesse circa 5 - 7 mm, e sistemarlo in un contenitore ermetico. Coprire con la soluzione di acqua e salsa di soia e arricchire con il succo di zenzero e le erbe aromatiche.
Lasciate marinare il tofu almeno un’ora. Io solitamente lo lascio più tempo, all’incirca tutta la giornata lavorativa o tutta la notte. In estate è consigliabile riporlo in frigorifero durante questo arco di tempo, mentre in primavera non è necessario.
La miscela della marinatura potrà essere riutilizzata, quindi filtratela e conservatela in frigo fino a quindici giorni dopo.

mercoledì 9 luglio 2008

Tofu marinato e idee che fermentano

In questi giorni mi sento una pallina da ping pong, sballottata tra il volere e il dovere. Mi scopro insistentemente insicura su quello che voglio, tanto da desiderare di essere ancora più impegnata per non pensare.
Poi mi rendo conto che le idee le ho chiarissime e che sto iniziando a tirarle fuori dai denti, anche se le persone che mi stanno attorno pensano che scherzi.
Chi mi ha messa al mondo pensa che dovrei riposarmi, perché è un periodo importante per me, ed è normale che io sia agitata…
Agitata?
Dovrei essere agitata perché è normale che lo sia… ma non è così.
Sono nervosa perché non sto impiegando il mio tempo come vorrei.
Mi sento prontissima sulla linea bianca ad aspettare il VIA
Ma questo non arriva…
Non mi sento stanca o agitata, ma snervata, nel ping pong delle cose che cambiano senza chiedere il permesso. Perché forse la mania del controllo non l’ho persa, anche se sono migliorata molto. Forse non la perderò mai, ma nemmeno questo dettaglio merita la mia attenzione, impegnata come sono nella giusta posizione sulla linea di partenza a tendere le orecchie.

Forse quello che ho scritto ha poco senso, e allora torno ad essere pratica e a pensare che mi ci vorrebbe una doccia fredda, così intanto metto a marinare il tofu… che è MEGLIO!!!

lunedì 7 luglio 2008

Orzo e Riso con Radicchio e Ceci

Qui in riviera è stato un fine settimana soleggiato e ventoso, completato di feste in spiaggia con musica e amici, quelli di sempre, quelli che mi mancavano :).
Finalmente un fine settimana dedicato solo a me, al mare, al sole, e al difficile impegno di orientare al meglio il lettino ;). Solo ieri sera mi sono riavvicinata ai fornelli e non per la classica e fresca insalata di cereali con verdure, ma per preparare un patto tiepido dall’ energia più intensa e forte; forse meno rinfrescante, ma gustoso e rinfrancante.
I cereali li preparo in quei rari momentini cui sono in casa, magari per farmi la doccia, oppure puntando la sveglia un’ora prima e tornando a letto durante la cottura. In questo momento li scelgo principalmente a seconda del tempo che ho a disposizione piuttosto che per un reale motivo culinario o energetico. L’orzo comunque regna perché in questo momento è l’ideale, così rinfrescante e leggero.


Orzo (decorticato) e Riso (integrale) già cotti
Ceci lessati con kombu e salsa di soia a fine cottura
1/2 cipolla
1/2 caspo di radicchio
Un cucchiaio di erba cipollina fresca
Olio di sesamo


Tagliare la cipolla a dadini e rosolarla per qualche minuto in due cucchiai di olio. Pulire il radicchio e tagliarlo finemente. Aggiungere il radicchio nella padella, e saltarlo per un minuto. Quando ancora il radicchio ha un colore viola brillante aggiungere cereali e ceci intiepiditi. A questo punto togliere dal fuoco e mescolare. Il radicchio così si cuocerà senza seccarsi troppo. Aggiungere l’erba cipollina lavata e tagliata finemente.
Lasciate che ci intiepidisca e servite in tavola.

Il condimento da tavola migliore per questo piatto preparatelo così:
Tostate sette parti di semi di girasole e tritatele nel suribaki con una parte di foglie di shiso.

lunedì 30 giugno 2008

Ode al Taralluccio

E’ da stamattina che ho idee malsane da trasformare in post.
Incominciando dal risveglio che stranamente è stato traumatico, probabilmente perché io e la mia metà non riusciamo a metterci in testa che avremmo bisogno di rallentare un pelo i ritmi, e che nelle cose che dovremmo e vorremmo fare ci dovrebbe essere anche la parola riposo.
Il primo titolo a cui ho pensato al mio risveglio è stato “salvate l’alghetta dal Criticissimo”, perché se si mette a impegnarsi/ci anche tutti i fine settimana io non vivo più, soprattutto adesso che a Milano non devo più andare ;)
Oggi per lo più ci sarebbe stata benissimo una pennichella pomeridiana con gli scuroni accostati in modo da lasciar filtrare l’aria che profuma di mare e che fa tanto vacanza, invece nada :P perché ovviamente c’è lo studio, che con garbo reclama la mia presenza.
Per lo più inizio ad essere un pelo in crisi per il cambiamento di dieta, e questo lo avevate capito dal titolo ;)
Non perché mi manchi il pane o le gallette, e nemmeno i tarallucci (anzi quelli un po’ si) è che essendo sempre fuori mi sta capitando di mangiare pochissimo, accompagnato ultimamente da un po’ troppa birra, essendo una di quelle cose che mi fanno davvero piacere, soprattutto con il caldo, e che in giro si trova senza problemi di buona, se non eccellente, qualità.
Ne approfitto per ringraziare Robo, per la gentilezza e per le attenzioni dimostrate a me e alla mia criticissima metà.
“Ieri abbiamo avuto il piacere di conoscerti, in uno dei più bei locali di Rimini, e mi ha fatto davvero piacere.”

giovedì 26 giugno 2008

Praga Macrobiotica


Un matrimonio di un caro amico del Criticissimo è stata l’occasione di un viaggio di pochi giorni nella fantastica Praga, in compagnia della mia metà e di una coppia di fantastici amici. L’evento si svolgeva a Berno, ma noi ne abbiano approfittato per passare due giorni nella bellissima capitale della Repubblica Ceca.
L’organizzazione del viaggio, da parte mia, è stata impeccabile, con al seguito cereali e legumi in cottura angelica, miso liofilizzato e ovviamente umeboshi. Sono tutte cose di una praticità estrema, e hanno la capacità di mettere a posto quasi immediatamente uno stomaco sottoposto a stress, come spesso capita in vacanza.


Praga, in realtà, è una città che si presta a proporre cibo anche per chi ama un’alimentazione semplice, infatti il riso (bianco) e un piatto di verdure bollite non si negano a nessuno ;)
Per alcuni versi, però, è addirittura meglio che la mia realtà, infatti vanta diversi ristoranti vegetariani e vegan, di cui noi abbiamo provato e riprovato Coutry life a Praga 1. Il locale ha conquistato sia la macrobiotica che la vegetariana del gruppo :D, e i due ragazzi che ci hanno accompagnato, inizialmente con accondiscendenza, hanno trovato molto gradevole non solo la grande possibilità di scelta e l’atmosfera del locale, ma anche la spesa, infatti, zuppa, cereali e verdure, potevano essere acquistate con 13-14 euro ogni due persone.


Il matrimonio è stata invece baldoria pura, in cui il Criticissimo se la rideva ripetendo che son riuscita a bere la quantità di alcool che ho consumato durante tutto l’anno scorso in sole 16 ore di festa.
Ma voi li avete presenti i matrimoni Cechi???
Io mi son divertita tantissimo, ho sgambettato fino all’alba, e ho parlato quell'inglese fluido che solo il vino mi dona.
Prima di andare a nanna abbiamo fatto l’ultimo brindisi con solo un’umeboshi in mano ;) e questo è stato sufficiente per farci godere il ritorno a Praga e un pomeriggio in relax nella famosa caffetteria Slavia, che vanta ottimi te dal filtro in seta, purtroppo però, italiani ;D

Sono davvero felice di aver atto questa esperienza, mi ha permesso di conoscere nuove persone e di rafforzare rapporti con altre a cui tengo.

martedì 24 giugno 2008

Cottura angelica per Cereali e Legumi

La cottura angelica non è un mia invenzione, ma è una tecnica di cottura talmente semplice e geniale che non può non essere diffusa.
L’inventore è Renai Levì, personaggio che adoro e di cui ho già parlato più volte.
Tutti i mercoledì mattina a Saint Gaudens nel suo fantastico centro Cuisine et Santé, si tiene una conferenza proprio sul funzionamento della cottura angelica. Tale procedimento in realtà è semplicissimo, anche se un po’ lungo. Esso ha la funzione di produrre cereali e legumi cotti in barattoli di vetro sottovuoto e sterilizzati. Secondo Ranai si conserveranno per sempre. Io ho aspettato al massimo sei mesi prima di consumarli, e quindi posso garantire fino a li ;)
I motivi per cui è utile avere del cereale già cotto sono molteplici, dagli inviti dell’ultimo minuto, alla fame improvvisa, alla riunione di lavoro che non finisce più, fino all’arrivare ai viaggi in giro per il mondo ;)
Io ricorro all’angelica principalmente per i viaggi ;) Anche se ultimamente li porto dietro con l’obbiettivo di non aprirli, ma mi rassicura sapere di averli dietro.


Per cereali come
-riso integrale, riso rosso, riso canadese selvatico e riso venere
-farro, grano, Kamut e orzo decorticati

Per legumi come:
Lenticchie, azuki, fagioli di ogni tipo (esclusi fagioli neri ceci e soia nera)


Il procedimento è lo stesso e occorre:
vasi per le conserve. io ad esempio uso spessissimo i barattoli della bormioli assieme a quelli per il patè che ho comprato in Francia, oppure vanno benissimo anche quelli delle marmellate e composte di frutta consumate ;)
Cereali .
Sale integrale marino .
Legumi.
Pezzetti di Kombu.
Una pentola grande in cui i vasetti riescano a stare abbastanza fermi, maglio se avvolti in stracci per far si che durante la bollitura non si crepino.

1) mettere in una pentola qualsiasi a bollire l’acqua, questo aiuta ad abbreviare leggermente i tempi e a migliorare la cottura ;)
2) Lavare i barattoli accuratamente e asciugarli
3) Lavare i cereali e i legumi.
4)In ogni vasetto inserire il cereale scelto e mettere l’acqua necessaria per la cottura (es: riso 1:2. orzo, grani e legumi 1 :3) e il sale o la kombu. L’unica difficoltà e prendere la mano con l’unità di misura che varierà a seconda del tipo di cereale se il barattoli hanno tutti la stessa dimensione, infatti si dovrà riempire il barattolo ad un dito dal bordo. Non è difficile tranquilli, poi non è necessario essere precisissimi in questa fase. li,
5) Nell’acqua che sta bollendo mettere a sterilizzare per pochi minuti i tappi dei barattoli aiutandosi con delle pinze da grigliata per recuperarli e chiudere i vasetti
6)Nella pentola prescelta sistemare i barattoli magari avvolti in stracci per evitare che durante il processo di bollitura si incrinino.
7) Versare sopra i barattoli l’acqua bollente (quella dove avete anche sterilizzato i coperchi) e procedere la cottura per tre ore.
8) Controllare di tanto in tanto il livello dell’acqua, i barattoli devono esserne sommersi. Se ce ne fosse bisogno aggiungere SOLO acqua bollente. L’acqua fredda provoca uno shock termico che può addirittura far esplodere i vasetti, state attenti.
9)Passate le tre ore spegnete il fuoco e lasciate raffreddare i barattoli ancora immersi nell’acqua.
10)Asciugarli quando saranno freddi.
Da questo momento in poi potrete aprire i barattoli e consumarne il contenuto. L'unica accortezza è quella di annusarli per essere sicuri che la fragranza sia normale, soprattutto se aspettate degli anni prima di mangiarli ;)

Per Ceci Soia Nera e Fagioli Neri
Come sapete necessitano di ammollo. Quindi metteteli in acqua con la Kombu per almeno uno notte. Successivamente disponeteli nei barattoli riempiendo fino ad un cm dal bordo. Versate poi l’acqua, anche diversa da quella di ammollo, fino a coprire ancora ad un cm dal bordo.
Procedere nella sistemazione e nella cottura, sempre per tre ore.

Io consiglio di variare e in una stessa pentola preparare legumi e cereali diversi. Possono anche essere mischiati assieme.

giovedì 19 giugno 2008

Riprendendo le buone intenzioni...

Vi ricordate i miei buoni propositi per la quaresima???
Se la risposta è SI, vi ricorderete anche il mio "becero" fallimento ;)
Avevo deciso che non faceva per me, e avevo messo l'idea da parte per tirarla fuori approssimativamente attorno al "mai più", o giù di lì.
Ma la vita spesso ci fa le pernacchie e come Lorenzo dice sempre (con un po' di sadismo secondo me :*) "sono proprio le cose che facciamo più fatica a smettere che rallentano il cambiamento".
Se ho detto che la vita ci “ride”, intendo dire che proprio si diverte a stuzzicarci, ed io devo dire che la mia realtà, malgrado sia un po' burlona, mi vuole proprio bene :)
Lo dico perché, quando finalmente sono riuscita a fare la consulenza con l’insegnante della scuola di Milano che frequento, indovina che mi toglie come prima cosa?
Proprio i prodotti da forno ;DDD
Voi direte (come del resto hanno detto tutti, amici e parenti, che avevano inserito le gallette di riso persino nel cartellone di laurea): ma come farà la povera alghetta?
Un mese senza gallette? Un’estate senza patatine di mais?
E' una malinconia totale!
Probabilmente se si fosse trattato di un mese l'avrei presa così. Invece ho scoperto di avere una costituzione addirittura estremamente yang, per cui dovrò aspettare un po’ di più prima di re introdurli. Ammetto di essermi sentita il protagonista di "uno nessuno centomila” che scopre da adulto di avere il naso storto ;D
Fatto sta, che prodotti da forno, cose secche e dure e derivati animali sono usciti dai miei pasti. Ovviamente ci sono state new entry positivissime che gradisco un sacco.
Questo durerà per sempre? Chiaramente essendo anche una fatto costituzionale ci vorrà tempo prima di mitigare gli effetti di anni di gallette, ma son sicura che con il tempo tutto cambierà. Infondo è una mia scelta cercare di migliorare sempre di più il mio stato psichico e fisico.
Il primo mese è volato e mi sono sentita subito bene.
A volte è più facile cambiare ottica per una vita intera piuttosto che per pochi giorni, almeno per me è così :D

martedì 17 giugno 2008

Cavolo verza in salsa di Senape

Le verdure cotte al dente sono le migliori in questo periodo, infatti non incamerano troppo calore e risultano comunque più digeribili. Il cavolo verza è ricchissimo di vitamina C, e una cottura prolungata non è consigliabile per non deteriorare questo importante nutrimento, che si perde totalmente con una cottura a 100° prolungata per più di otto minuti. Ultimamente, inoltre, ho voglia di sapori aciduli e piccantini e la senape (ovviamente senza zucchero) è per me una vera goduria ;)


Un cavolo verza
Un pizzico di sale integrale
Un cucchiaio di senape
Acqua
Una manciata di olive
Qualche rametto di timo fresco
Un cucchiaino di origano

Mettere a bollire l’acqua in una pentola di grandezza media e salare. Lavare il cavolo verza. Io ho messo da parte le foglie più esterne e grandi per la creazione di futuri involtini ;), poi l’ho tagliato a quadrettoni.
Sbollentare la verza per pochissimi minuti, già tre sono più che sufficienti, e permettono al cavolo una consistenza morbida e gli conferiscono un colore brillante.
Pulire il tagliere con un panno e affettare finemente le olive nere, e i rametti di timo.
In un bicchiere sciogliere la senape con qualche cucchiaio di acqua (da uno a due) in modo da diluirla scegliendo, a seconda delle vostre preferenze, la consistenza della cremina.
Una volta che il cavolo si sarà raffreddato porlo in un insalatiera assieme alle olive, alla salsa di senape e alle erbe aromatiche.
Io trovo che sia un contorno da favola ;)

lunedì 16 giugno 2008

L'importanza di diventare vegetariani

...di Umberto Veronesi.
La Repubblica, 6 giugno 2008

Cio' che il vertice Fao ha 'dimenticato' di discutere e' il cuore del problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di produzione e distribuzione dei cibi, ma sopratutto alle abitudini alimentari della popolazione del pianeta. Occorre una rivoluzione nell'alimentazione dei Paesi ricchi per dare il via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi poveri, dove si soffre la fame, noi siamo alle prese con il problema opposto.
Aumenta l'obesita' tra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di piu'. Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza: 'Food and Water for Life'.
Io penso che l'ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquita' dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura che ci riguarda tutti da vicino. C'e' un comportamento individuale responsabile, infatti, che può contribuire ad equilibrare questi due drammatici estremi ed e' la riduzione del consumo di carne.
Molti uomini di scienza e di pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l'armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il piu' grande scienziato del'900 che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra quanto l'evoluzione verso una dieta vegetariana.
Anch'io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre motivi, il primo e' di ordine ecologico/sociale.
I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi e sopratutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento.
Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l'80% di potenzialità nutritiva: in pratica il 50% dei cereali ed il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali di allevamento.
L'America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l'Austria. Trentasei dei quaranta paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per nutrire animali destinati al macello.
Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all'acqua pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono piu' di trentamila litri di acqua. Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti potrebbe evitare un minore consumo di carne. Veniamo così indirettamente alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute. Non ci sono dubbi che un alimentazione povera di carne e ricca di vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma.
Gli alimenti di origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l'azione dei radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e possa vivere più a lungo.
C'è poi un secondo fattore.
Noi siamo circondati da sostanze inquinanti che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull'erba che, mangiata dal bestiame,(o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne. L'accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie cosiddette "del benessere" (diabete non - insulino dipendente, arteriosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici.
Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste agevolano il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti negli alimenti.
I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno degli altrialimenti, sono scrigni preziosi di sostanze come vitamine, antiossidanti edinibitori della cancerogenesi (come gli flavonoidi e gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurne la proliferazione delle cellule malate.
La terza motivazione, ma non l'ultima, è di ordine etico - filosofico ed è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la vita stessa ad altri esseri.