martedì 26 giugno 2007

L’Etica in Tavola???

Conoscete Vera? Adoro il suo blog e l’energia che ci mette nell’opera di veganizzazione del blog mondo. (Questa è puramente un battuta, e Vera mi chiede di specificare che l'intento del suo blog è quello di curare uno spazio suo per condividere esperienze di vita, e per offrire un punto di incontro e di confronto per chi si avvicina a scelte di vita affini alla sua).
Qualche tempo fa mi ha scritto una mail invitandomi a ForumEtici per conoscere idee, ma soprattutto esperienze di vita vegan e vegetariana!!!
Il suo invito è stato da me ancor più apprezzato, in quanto le avevo parlato della mia intenzione di eliminare gradualmente dalla mia dieta il pesce (unica creatura che sacrifico per la mia sopravvivenza), perché con il tempo ho iniziato a pormi anche problemi di tipo morale.
Purtroppo non sono rimasta colpita in modo favorevole dal criterio utilizzato per quanto riguarda l’alimentazione, e sono rimasta ancora più basita dall’approccio utilizzato per diffondere il pensiero vegan.

Questo post non è altro che un pensiero ad alta voce, un ragionamento che ho fatto, e che mi viene spontaneo condividere con altre persone, per capire e approfondire la tematica.

Mi piace l’approccio di Vera, adoro il blog e i pensieri di Yari, ammiro l’opera della SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana), ma alcune cose proprio mi hanno confusa e mi hanno allontanato da questo stile di vita.
Cosa? L’arroganza!
La violenza in alcuni appellativi, di alcuni superficiali obiezioni e ancor peggio lo sfoggio a sproposito dell’etica, dove di non-etico trovo atteggiamenti passivo-aggressivi contrari alla libertà vera, che nascono dalla noncuranza per quello che è vita nei suoi aspetti più complessi.
Se riesco a passar oltre a un soprannome orrendo e feroce quale “mangiatori di cadaveri”, non riesco a rimanere impassibile alla bandiera dell’etica sollevata, in nome di chissà chè, come un ascia contro la vita dell’uomo e a volte anche degli animali.
Rabbrividisco quando in alcuni topic riguardanti varie discussioni (per altro intelligenti) leggo alcuni commenti di individui che non trovando nulla di meglio da dire sentono il bisogno di enfatizzare i motivi della oro scelta dicendo ad esempio “…. tanto io sono vegan per motivi etici, non per motivi legati alla salute!!!”

Etico??? °____0
Che c’è di etico nell’essere vegan attivisti se non ti poni domande sugli effetti che l’alimentazione (che cerchi di diffondere) può creare a lungo termine sulle persone con cui parli?
Ovvio che ognuno poi sulla sua pelle farà quello che ritiene giusto, non sia mai! Sulla sua pelle si, ma non concepisco un alimentazione vegan imposta anche agli animali domestici.
Il mio pappagallino è vegan!
Macrobiotico più di me!
Se avessi un gatto, però, non gli imporrei mai questa mia scelta perché, per come ragiono io, non sarebbe etico.
Trovo che ci sia molta confusione, soprattutto nei diversi approcci. E’ lo stesso caos che ho in testa, e per questo scrivo questo post, per proporre le mie difficoltà nel capire determinate cose.
Voi cosa ne pensate? Mi date una mano a comprendere?

21 commenti:

Vera ha detto...

Arame, attenta però a non confondere il particolare con il generale: non tutti i vegan o vegetariani si comportano in questo modo, con arroganza e superiorità. ;-)
Non tutti affibiano agli onnivori il nomignolo "mangiacadaveri".
E a volte non tutti i veg*ani, come noti tu, hanno le idee chiare. :(

Ti ringrazio della citazione :), mi ha fatto molto sorridere questo:
"Adoro il suo blog e l’energia che ci mette nell’opera di veganizzazione del blog mondo."
Però devo correggerti su una cosa: non ho aperto il blog per fare proseliti vegan, ma per aiutare chi vegan o vegetariano lo era già. Non vado in giro con la forza a cercare di imporre la mia scelta alla gente, è inutile e controproducente e, diciamolo, anche molto stancante!

Il mio spazio, come mi piace chiamarlo, era nato come luogo accogliente per amici virtuali che conoscevo, e come laboratorio per esperimenti culinari e non. :)


Apprezzo le tue riflessioni ad alta voce, ma ti prego solo di fare attenzione per non fare di tutta l'erba un fascio, per non essere troppo frettolosa nei tuoi "giudizi".
Mi spiace che il forum ti abbia deluso, ma forse, almeno in futuro, potresti dargli una seconda possibilità. ;-)


Per quanto riguarda il discorso dei gatti... mi sono lasciata intenerire da un musetto acciaccato e mi trovo in casa una carnivorissima micia. E questo fa molto a cazzotti con la mia scelta di vita. Non ho trovato di meglio che il compromesso: croccantini vegan, scatolette di carne (anche se il meno possibile).
Ci sono giorni in cui il puzzo delle scatolette, il pensiero di cosa, o meglio chi fossero, quelle scatolette un tempo, mi fa rabbrividire e maledire il giorno in cui quella zozzona di Tarty è entrata nella mia vita.
Ma in quel momento, ho fatto una scelta, quella che mi sembrava migliore delle altre. So che Tarty sarebbe morta se non l'avessi presa, e non posso certo rimetterla in strada... ci penso spesso e non trovo altra soluzione, riepto: non ho tutte le risposte, questa è stata solo la mia scelta, incoerente e lungi dall'essere perfetta. Ma non ho saputo fare di meglio...

Come vedi anch'io ogni tanto penso a voce alta, nella speranza che questo mi aiuti a migliorarmi...

yari ha detto...

Ciao Arame, grazie per la citazione. Sono d'accordo con tutto quello che dice Vera e, come lei, anch'io sono venuto a patti per quanto riguarda l'alimentazione dei miei 4 gatti (ho la "sfortuna" di essere un veg con una forte predilezione per i felini!): croccantini vegan e pesce in scatola. Purtroppo è impossibile essere "perfetti" e coerenti su tutti i fronti, si può però cercare di agire laddove è possibile farlo, informando e magari facendo capire che al posto di mangiarsi due bistecche al giorno si può sopravvivere, anzi si può vivere meglio, anche con due alla settimana (in tal modo ci saranno meno animali macellati, e sarà già un bel traguardo!).

Arame ha detto...

Vera Yari,
se vi ho coinvolto è perchè vi considero due persone con atteggiaenti alimentari (ma anche mantali) sani ed equilibrati.
Non vedo nulla di incoerente nel vostro affetto per gli animali. Se amate queste creature e decidete di prendervi cura di loro, sarebbe vera crudeltà non rispettare la loro natura. La catena alimentare non è sovvertibile. L'uomo è onnivoro e può sopravvivere con una una dieta bilanciata anche non mangiando animali ne loro derivati. Anzi l'eliminazione di carne è auspicabile proprio per motivi legati alla salute.
Capisco e ammiro una scelta vegan fatta con criterio, ma se accettaste che è amore anche offrire saltuarimente del pece (ad esempio) ai vostri gatti, perchè fa parte della loro natura e dei loro bisogni primari, capireste che non è incoerenza.
Non c'è cattiveria nell'istinto di un gatto, ma c'è crudeltà profonda negli allevamenti a batteria. Cambia moltissimo morire per dare vita a un altro essere, piuttosto che per imputridire in un supermercato.
Non so se sono riuscita a spiegarmi...

Non ho intenzione di giudicare, volevo proporre le mie impressioni per innescare un dibattito... mi auguro costruttivo!

Anonimo ha detto...

Quando sento parlare di problemi di tipo "morale", scelte "etiche", la prima cosa che mi chiedo è: "qual è il significato di queste parole per chi scrive?"
Di solito infatti, a mio parere, dietro ci stanno vari fraintendimenti.

Quello che molti definiscono "etico" non è altro che un puro sentimentalismo, del tipo: "a me fa orrore togliere la vita ad un altro essere vivente, quindi non accetto che altri lo facciano e io per primo non lo faccio", oppure: "il mio rispetto per la vita è così elevato che non posso permettermi di toglierla direttamente a nessuno", oppure: "mi piace vedermi come una persona che ha fatto alcuni passi avanti dal punto di vista della consapevolezza, e questo si riflette anche nella scelta di non mangiare cibo animale".

Altre volte è invece una semplice scelta intellettuale mascherata, del tipo: "per varie ragioni ritengo più giusto un certo punto di vista, un certo stile di vita o una certa visione del mondo, quindi mi sforzo a metterla in pratica in tutti gli aspetti", oppure "il consumo di carne crea un inquinamento decine di volte superiore e causa molte più malattie rispetto ad una scelta vegetariana o vegana, quindi non fa per me".

Ma di etica (dal dizionario etimologico si legge "La scienza della morale, ossia che insegna a governare i nostri costumi") non stiamo ancora parlando: se si comincia ad escludere qualche possibilità, già siamo fuori argomento, perchè essa è una bussola, non una direzione. L'etica permette di orientarsi, non impone delle scelte.
Se mangiare un animale fa tanta specie, mangiare una carota non lo fa solo perchè non urla così forte? O perchè non ha degli occhi terrorizzati da mostrarci quando sta per essere tagliata,decapitata e bruciata?
Si tratta sempre di vita, ed è normale che la vita si nutra di altra vita, più semplice o più primitiva.
Dal punto di vista della salute, ci sono millenni di storia delle civitltà orientali, oltre a tanti studi scientifici anche moderni, che ci dimostrano che mangiare vegetariano è la scelta più raccomandabile; ma non c'è solo questo punto di vista! L'etica permette di adattarsi a tutte le situazioni, quindi se per un carnivoro abituale a volte è un toccasana fare qualche mese o addirittura anno di frutta e verdura, per un malato di polmonite o tubercolosi può essere vitale mangiare la carpa cruda. Dipende!

Credo che si accontenta di scegliere una parte piuttosto che l'altra (parlo anche solo di conoscenza) fa come quelli che mangiano il riso bianco al posto dell'integrale: si perdono qualcosa!

Un cane può anche stare senza toccare carne per tutta la vita (l'ho visto con i miei occhi per molti anni) ed essere il ritratto della salute e superare in intelligenza e resistenza ogni altro suo simile, ma per un gatto è senz'altro una forzatura perchè è andare contro la sua natura (intestino più corto, numerosi denti acuminati, ecc.).
Non si può fare di tutta l'erba un fascio.. non sei d'accordo, Vera?...

Grazie Arame, proprio un bel post, che invita alla riflessione e alla discussione! Brava!

Vera ha detto...

Luca, non ho capito fino in fondo il tuo commento... lo rileggerò più tardi sperando di essere più lucida.

Arame, guarda che non volevo assolutamente spingerti a modificare il tuo post! :D
Mi ha solo fatto sorridere l'espressione che hai utilizzato, tutto qui. :)

Non è certo incoerenza che io dia da mangiare del pesce alla mia micia... per me l'incoerenza sta proprio alla radice: nell'essermi presa una micia in casa. :(
So che lei non è cattiva, so che è il suo istinto o quel che ne rimane, ma so anche che purtropo questa convivenza mi fa un po' del male. Anch'io come yari ho la passione dei felini... lei aveva bisogno di aiuto... e la frittata (vegan) è fatta.

Compromessi, compromessi, e la consapevolezza che si è ben lungi dall'essere perfetti...

stelladisale ha detto...

Non sono vegan, e neppure vegetariana perchè mangio a volte del pesce e rarissimamente anche della carne, ma penso che dovremmo pensare che qualunque nostra azione, anche piccola, anche comprare una cosa anzichè un'altra e mangiare una cosa anzichè un'altra, influisce sul mondo in cui viviamo, dal punto di vista ecologico e sociale. Dietro ad un prodotto ci possono essere: sfruttamento, schiavitù, sofferenza (di animali e di persone) spreco di energia e di risorse comuni, distruzione dell'ambiente.
Si può non essere daccordo sulla parola "etica", ma se si vuole essere responsabili ci si deve pensare, e ovviamente non vale solo per i prodotti di origine animale.
Se acquisto dei prodotti di una multinazionale che con la sua politica di sfruttamento ha causato la miseria di popolazioni povere faccio più danni e sono più assassino che se compro del pollo, magari bio.
Poi ognuno decide secondo la sua coscienza, le sue possibilità, e ognuno va rispettato.

Sono capitata qui per caso e non ho resistito, l'argomento è molto interessante.

Morrigan ha detto...

Bel post, Arame.
Anch'io, ancora oggi, mi domando perchè ho intrapreso la via vegetariana.
Inizialmente (sette anni fa) forse... no per certo - ormai l'ho metabolizzato e lo vedo così - per colmare un vuoto che si era creato nella mia vita e che pensavo potessi recuperare adottando lo stile di vita "del vuoto" ^___^
Poi, piano piano, mi sono fatta delle domande, ho cercato di capire bene quale impatto la mia "scelta" aveva sugli altri esseri senzienti e ho cominciato a documentarmi, a leggere e a comprendere che lo stile di vita che avevo adottato mi faceva stare bene, sia dal punto di vista della salute che mentale, e che nel mio piccolo potevo contribuire a "salvare" delle vite animali e magari a far aumentare la produzione cerealicola contro la massiccia invasione della pastorizia (ho manìe di grandezza). Non sono diventata vegana perchè non riesco proprio ad allontanarmi da alcuni cibi e quindi, anche nella loro scelta, cerco il più possibile di comprare alimenti provenienti da allevamenti o fattorie dove non si "sfruttano" gli animali per fargli produrre quantità industriali di uova o latte.
Ma tutto ciò, ripeto, è una mia scelta e non mi sento di condannare o lanciare anatemi contro coloro che ancora sono carnivori. Non sono neanche una persona che vuol fare proseliti perchè per arrivare a non mangiar carne occorre un lavoro interiore che non puoi fare solo perchè te lo dice qualcuno che ami o ammiri e vuoi dimostrare ... mah? chissà che. Ecco perchè ogni volta che a qualche invito pubblico (pranzi, cene) arriva l'inevitabile domanda "ah, ma tu sei vegetariana? Come mai? Lo sei per motivi etici o scientifici? E tuo marito? Noooo? E non lo converti?" io allargo le braccia e alzo gli occhi al cielo [metaforicamente] e cerco di rispondere, il più educatamente possibile, nel modo sopra descritto (tralasciando la parte del vuoto ^__^)*
Vivo in un mondo che mi permette di poter essere vegetariana o addirittura vegana o crudista o fruttariana e che, quindi, mi permette di scegliere. Mi chiedo, a volte con un pò di terrore, che farei se mi trovassi in situazioni estreme ove l'unico mezzo di sostentamento è cacciare (o pescare) e mangiare carne. Non riesco ancora a darmi una risposta soddisfacente.
Di far diventare vegetariani o vegani i propri animali da compagnia, poi, non mi sembra il caso, mi sembra una forzatura alla natura. La mia piccolina è una belva vorace che mangia la scatoletta "agnello con patate" ingurgitando tutto l'agnello e lasciando le patate (ma come fa?)
Sono pensieri in libertà anche i miei e ti ringrazio ancora, Arame, per lo spunto che hai fornito
Gnam
Morrigan

*P.S.: a volte penso che se invece di essere vegetariana dicessi "batto sulla Salaria e mi drogo" l'effetto non sarebbe lo stesso su coloro che, con curiosità o a volte anche in modo polemico, ti chiedono perchè non mangi carne... ma vedi de magnatte la bistecca che se raffredda e fatti gli affari tuoi! ^___^
P.S.S.: come Vera, anch'io non ho ben compreso il commento di Luca...me stò a rimbambì? :-D

Arame ha detto...

Luca,
non ho nulla da aggiungere, concordo in pieno!
;DDD

Vera,
ho deciso di fare quella puntualizzazione direttamente nel post, perchè non tutti si avventurano a leggere i commenti, e ci tengo a non creare fraintendimenti sul lavoro e sull'energia di altri. ;D
Nessuno è perfetto e non critico l'imperfezione o l'incoerenza di riflessioni, però ammetto che mi disturba l'assenza di uno sforzo mentale, dove questo viene richiesto. Nella mie giornate ci sono azioni incoerenti e disturbanti nella ricerca di varie mete proposte, questo mi delude, ma mi accetto come sono, e non dimentico i miei obiettivi. E nell'incoerenza vado oltre, cercando di migliorarmi, nessuno è perfetto e non ho mai detto di esserlo o di ambire a diventarlo. Però migliorarmi un pochino è sicuramente possibile, anzi auspicabile!!!

StellaDiSale,
grazie per il tuo punto di vista :))) Ognuno può fare la differenza, su questo non ci sono dubbi :D
A volte non occorre trovare risposte, ma è fondamentale porsi domande!!!
Dentro di noi sedimenteranno e daranno i loro frutti!!!

Morrigan,
ciao bella!!! Capisco cosa intendi, me lo sono chiesto anch'io tante volte... Ad esempio mi chiedo come mi comporterò quando sarò in cinta e nell'educazione della mia creatura... non ho ancora risposte soddisfacenti devo studiare e capire, ma ho ancora molto tempo davanti ;DDD

SUL COMMENTO DI LUCA!!! (si prega di correggere se sbaglio)

La difficoltà di comprensione è data dalla differenza di livelli. Mi spiego! Luca (da macrobiotico erudito :PPP) parla di un ordine superiore, della legge universale (il principio unico) come unico modo possibile per la comprensione dell'universo. Noi facendo parte di questo universo rispondiamo alle sue leggi, e partendo da esperienze e background differenti possaimo aver bisogno di imput diversi per raggiungere gli stessi obiettivi. Per questo motivo fa due esempi apparentemente opposti di alimentazione.
La macrobiotica considera giustizia la salute e la felicità, e sostiene che l'uomo sano non desidera altro, e che l'aggressività è il continuo desiderare è, come tutti i malesseri fisici e psichici, un segno di squilibrio e di scarsa salute.
Un atteggiamento etico è, in questa ottica, una visione aperta alle necessità per raggiungere l'obiettivo, inteso come benessere e salute.
Detto così apparirebbe un atteggiamento egoista, ma essere in salute per un macrobiotico vuol dire cercare la giustizia sui diversi livelli.
Sono argomenti molto più grandi di me, e temo sempre di non essere abbastanza chiara, ma si approfondiranno, perchè è il fulcro di una vita libera da schiavitù di ogni sorta. ;DDD

Anonimo ha detto...

Scusate se sono stato poco chiaro, tra la fretta e la mia cattiva capacità di spiegare... provo a vedere se riesco a chiarire anche a me un po'meglio le idee!
Grazie Arame per il tuo commento sul commento (un commento al quadrato! ;-))), ma comunque io sono tutt'altro che un "macrobiotico erudito": mi basterebbe riuscire a farmi capire mentre mi spiego... e stavolta per esempio non ci sono riuscito!

Comunque non avevo alcuna intenzione di parlare di macrobiotica, di principio unico, di salute, di felicità, di legge universale, ecc.....
Sono tutte parole troppo "grosse" che portano quindi facilmente a fraintendimenti, perchè il significato che ogni persona può attribuire loro è senz'altro connotato di troppe sfumature che risentono del'esperienza personale: in mancanza di un terreno comune o di vocabolario "filosofico" che sia uguale per tutti e che permetta di comunicare senza problemi legati alla soggettività delle esperienze personali, trovo che quelle ed altre parole impediscano la comunicazione, più che facilitarla.

Quindi cerco di spiegare un po' meglio il mio parere...
Mi era sembrato di capire che il discorso vertesse sul concetto di "etica": come applicarla nella vita di tutti i giorni, se un comportamento è etico o no, e così via.
Se andiamo alla radice del termine "etica", come dice il vocabolario etimologico, essa è "La scienza della morale, ossia che insegna a governare i nostri costumi".
I costumi, così come le abitudini, le consuetudini, i modi di fare e di pensare, le tradizioni, ecc. sono tutti figli di un certo ambiente (in senso lato) e di un sufficiente lasso di tempo.
Scegliere come comportarsi in base alla situazione che si sta vivendo (le proprie credenze, le proprie preferenze, le proprie abitudini, il proprio momento storico, le proprie conoscenze, ecc.) non è necessariamente "etico": è solo una valutazione personale che (a seconda che sia prevalso un atteggiamento sensoriale, sentimentale, intellettuale, o altro) riflette il nostro grado di "maturità" o di "consapevolezza".
Ma "governare i nostri costumi" secondo me è qualcosa di molto più ampio e generale: non significa semplicemente scegliere una strada ed evitarne un'altra; non significa dire "questo è giusto, questo è sbagliato, quindi agisco così"; è piuttosto riconoscere ed essere in grado di orientarsi in ogni situazione in cui ci si trova, anche molto diversa da quelle che siamo abituati a vivere di solito. Parlando di "governare i nostri costumi" non c'è scritta la postilla: "ma solo nei casi che piacciono a me, gli altri faccio finta che non possano accadere, quindi non li prendo nemmeno in considerazione!".
E' per questo che se si fa la scelta di escludere a priori qualcosa (per esempio la carne), non si può più parlare di "etica": perchè non è detto che in vita nostra non ci troveremo mai in una situazione che noi non vogliamo nemmeno contemplare (come ipotizzava Morrigan, per esempio) e quindi dobbiamo capirla e giudicarla a fondo anche se è ben lontata dalle nostre preferenze personali. Questo anche perchè altrimenti nascerebbero molti paradossi e quindi dubbi insolubili su come comportarsi in caso dovessimo educare qualcuno...

Se poi normalmente si intende per "etica" una scelta ben precisa che tiene conto dell'ambiente, del non causare sofferenza ad altri esseri viventi, del vivere ecologico, del risparmio energetico, ecc. questo è un altro discorso! Si tratta di un fraintendimento, che impone un significato (bello fin che vuoi ma) particolare ad una parola che invece ha un respiro ben più generale perchè non ci sono situazioni che essa non comprenda.
Mi rendo conto che è un punto di vista un po' differente, ma se si comincia a cambiare alle parole il loro significato, va a finire come in "1984"..
Se comunque la mia interpretazione è etimologicamente sbagliata, nessun problema, basterà coniare una parola più appropriata e userò quella: l'importante è che ci si renda conto delle differenze (che mi sembrano enormi)!

Detto ciò, trovo ben poco "etico" anche gettarsi famelici su un prelibato dolce vegan o su un delizioso spuntino macrobiotico, quando da qualche parte nel mondo prima di mangiare una semplice tazza di riso o una piccola sardina ci sono persone che ringraziano il riso o la sardina con una profonda preghiera o meditazione per questo sacrificio che permette alla loro vita di continuare a perpetuarsi...
Credo che il modo in cui si fanno le cose non ha meno importanza di ciò che viene fatto!

Spero di essere stato più chiaro, scusatemi per prima!
Arame.. A quando il primo post sull'educazione??... Ciao!

Arame ha detto...

Luca,
sinceramente immaginavo di essere fuori strada... così ho azzardato, per essere corretta!!!

In effetti è pericoloso parlare in un blog di certe cose, prima di tutto perchè se parlo di qualcosa dovrei avere le idee chiere, invece ammetto che non è così, e poi perchè si rischiano fraitendimenti, e di confondere la macrobiotica con qualcosa di oscuro e lontano (cosa che non è assolutamente).

mmmm...Post sull'educazione??? Ho ancora le idee troppo confuse a riguardo, e poi credo che quello sia maggiormente il tuo campo!!!
Valuterò!!!

inutile donna ha detto...

premetto che per motivi di tempo non ho letto i precedenti commenti ma ci tengo a raccontare i motivi della mia dieta:
si, io sono una di quelle che usa il termine "cadaveri" (vedi che ho scritto in qualche post fa..) perchè la mia scelta è nata e si è sviluppata solamente per ragioni morali, poi col tempo ho scoperto come la mia scelta sia anche salutare..
perchè non mangio animali?
perchè i miei nonni sono contadini, sono cresciuta in mezzo agli animali (galline, conigli, maiali.. chi più ne ha più ne metta).
giocavo col loro, erano i miei amici e la mia compagnia (una bimbetta in campagna fa fatica a coltivare rapporti con umani.. per motivi di distanza..).
davo un nome ad ogni nuovo nato.
ma dopo un po' qualcuno dei miei animaletti spariva.
nonna mi diceva che era stato male, che si era ammalato.. ma stranamente qualche sera dopo per cena c'era proprio quell'animale..
fino ai 10 anni non ci ho potuto far nulla ma quando ho realizzato l'1+1 ho smesso di mangiare a certe cene.
crescendo ho iniziato a leggere libri e volantini su cosa patiscono questi animali..
beh, per me era solo la conferma di ciò che avevo sempre pensato: che non era giusto mangiare delle creature che possono soffrire come noi, che sanno dare affetto e gioia.
così a 15 anni ho bandito ogni animale dalla mia dieta, con grande orrore da parte dei miei nonni che per tradizione e cultura vedevano come ovvio allevare qualcosa per cibarsene..
se poi aggiungo che mio padre e i miei parenti son cacciatori il quadro è completo..
lepri squartate in congelatore, borse gonfie di uccellini morti, stanze con fucili lucidati e pronti all'uso..
ho visto nascere e morire tantissimi animali, dai gattini che le gatte partorivano in stalla, alle uova che si schiudevano in incubatrice.. ho visto maiali legati a testa in giù spogliati del loro bel rosa, ho visto galline già morte correre per il cortile prima di capire di essere morte..
ho sentito i discorsi del cacciatore di turno che si vantava della fatica a trovare il fagiano a cui aveva sparato..
beh, il mio pensiero è stato: io me ne tiro fuori.
e così è stato.
sono vegetariana da 11 anni con una grande ammirazione per il veganesimo, scelta che seguo con costanza solo da qualche mese per motivi salutistici.
ora sto comprando libri sul veganesimo e leggo che anche questa scelta porta benefici agli animali oltre che alla mia digestione.
ma non sono una rompipalle. a casa si continuano le cene di uccelli, le grigliate ecc ma io non mi permetto di far la morale a nessuno.
vivo in un luogo con una grandissima cultura della carne ma io semplicemente me ne tiro fuori.
a chi chiede informazioni sulla mia pazzia, racconto quello che ho scritto qui, ma lungi da me voler imporre le mie scelte a qualcuno.
come sia mai vietare la carne a qualcuno dei miei cani (avevo invece una conoscente che aveva un cane vegan) o ad uno dei miei gatti.
per loro è naturale.
noi possiamo scegliere.
devo andare in banca e sono in ritardo..
magari farò anch'io un post ad hoc su questo argomento..
(o forse l'ho già fatto?)

Arame ha detto...

Donnina,
:( non ricordo di aver letto un tuo post con quel simpatico appellativo! Non mi piace proprio!!! Mi irrita leggere o sentire che persone che si permettono di dire ad altri: " ehi, mangiatore di cadaveri"... E' brutto! Se non è una battuta scherzosa, o qualcosa tipo "io i cadaveri non li mangio". In questo caso, infatti, è l'enfatizzazione di una scelta personale che non introduce un giudizio.
A volte lo dico anch'io perchè certi odori mi danno fastidio, come la puzza della grigliata la domenica in spiaggia alle 11!

Capisco la tua scelta e la rispetto! Io criticavo due aspetti circoscritti ad alcune persone che mi hanno fatta rimanere male.
1) Separare l'aspetto salutistico da quello etico è assurdo (a mio parere), se si porta avanti un discorso di diffusione del messaggio.
2) Se ami gli animali davvero devi rispettare la loro natura.

La scelta vegan è ammirevole, ma va fatta con criterio. Questo è l'unico punto che mi interessa focalizzare.

roberta ha detto...

Ho letto tutti i post e mi ero ripromessa di non accodarmi in un dibattito al quale non posso aggiungere niente.
Io non voglio parlare delle mie scelte alimentari del perche' e per come non cerco di indottrinare o spiegare perche' non c'e' niente di peggiore di chi crede di avere la verita' in tasca. Un esempio e' stato il fatto che da ragazzina all'universita' (ero ad Urbino) ero terrorizzata dai ragazzi del Punto Macrobiotico, da vegetariana a volte andavo a pranzo da loro e li trovavo cosi' convinti delle loro scelte, un po' i testimoni di Geova dell'alimentazione. Piu' di dieci anni dopo ho scoperto che la macrobiotica e' un'altra cosa e che le persone senza sorriso che avevo conosciuto niente avevano a che fare con l'essenza della macrobiotica.
Mi ricordo un ragazzo che mi guardo' mentre mangiavo e mi disse che sarei stata piu' bella con un'alimentazione piu' bilanciata...
Credo di aver sputato quella zuppetta di miso e di essermi quasi soffocata dalle risate...

Anonimo ha detto...

Ciao, intervengo velocemente perch� sono di fretta...
Volevo solo dire che il problema degli alimenti per animali non � solo il fatto che contengano carne, ma che contengano carne di animali che un gatto o un cane non caccerebbe mai in natura (mucca, vitello, pollo, ecc) oltre a varie schifezze tipo conservanti, coloranti, additivi chimici che certo non gli fanno bene. Oltretutto le ditte che li producono fanno della vera e propria vivisezione per testare i loro prodotti (ho letto storie di cani a cui � stata inoculata una malattia o spezzate le zampe per vedere se l'alimentazione aiutava la calcificazione) e utilizzano gli scarti di macello, quindi contribuiscono a mantenere i macelli che tutti aborriamo... considerato tutto ci� il problema � un po' pi� complesso del semplice fatto che ci sia la carne... io ho due gatte e per ora ho "risolto" il problema anch'io con la via di mezzo: croccantini al salmone, sardine e sgombri in scatola (che gli fanno anche bene perch� essendo sott'olio, li aiutano ad espellere il pelo che inghiottono quando si puliscono).
Non credo che ci sia una soluzione unica, una soluzione "perfetta" a questo problema... i gatti che vivono in casa sono comunque al di fuori del loro ambiente naturale, non possono cacciare e quindi purtroppo si deve accettare un compromesso.
Volevo soltanto sottolineare un aspetto del problema che forse era passato un po' sotto silenzio...

Arame ha detto...

Roberta,
hai ragione, e ti ringrazio per il tuo intervento.
Nella macrobiotica chi non si diverte non mangia!

Laura,
grazie per la tua testimonianza.
Alcune cose non le sapevo e mi hanno fatto venire i brividi.

Ci ricordi che ricercare un compromesso non è segno di incoerenza, ma di impegno verso la soluzione di un problema.
:)

LucaCh ha detto...

Ah,ah! Sai che, nell'originale francese di Ohsawa, la frase "chi non si diverte non mangia" è in realtà "chi non si diverte non mangi"??

Invece di una constatazione (di interpretazione abbastanza oscura, se posso aggiungere...), un'esortazione: a limitarsi e a controllare tutto ciò di cui ci si nutre (fino ad arrivare al "digiuno e preghiera", se necessario); questo porterà inevitabilmente a chiarirsi le idee e a giudicare le situazioni in maniera differente, fino a riuscire a divertirsi della buona come della cattiva "sorte"... Si spera!

Io la preferisco in versione francese! ;)

Arame ha detto...

Luca,
stavolta sei stato dal punto di vista linguistico un po' pignolo! Non ho mai pensato che Ohsawa esortasse a ingozzarsi di cibo ;PPP

Pensavo si intuisse!
Grazie per la puntualizzazione!

Quello che scrivi dopo può essere PERICOLOSISSIMO! Non lo cancello solo perchè nel mio blog non esiste la censura, e soprattutto perchè intuisco il senso di quello che volevi esprimere.

Capisco, e concordo sul il fatto che il digiuno può essere un dono, e aiutare nella guarigione sia fisica che psicologica, ma MAI farlo con leggerezza e senza supporto medico.
Comunque aborro il controllo ossessivo della quantità del cibo. Concordo su periodi disintossicanti, se vissuti come un dono, non come privazione. Un atteggiamento mentale sbagliato avvelena i gesti migliori.
Poi ogni eccesso si trasforma inevitabilmente nel suo opposto, io piuttosto cerco l'equilibrio, e penso sia molto più impegnativo di qualsiasi altra cosa. :)

Anonimo ha detto...

Volevo aggiungere anche un'altra cosa, anche se spero di non venire fraintesa...
ho parlato con mia mamma della mia scelta di diventare vegana, inizialmente "forzata" per una dieta prescrittami da una dottoressa che mi ha vietato carne e latticini, in seguito rafforzatasi dopo aver scoperto sia le implicazioni etiche che le buonissime ricette vegane. Mia mamma è una steneriana, negli anni passati ha "esplorato" tutte quelle che allora erano novità (la macrobiotica -faceva i corsi proprio con micho kushi-, il digiuno terapeutico, ecc). Per tutta l'infanzia mi ha cresciuto a pappette di riso integrale e miglio, che io detestavo, e mi ha curato con l'omeopatia. Questo lo premetto solo per dire che mia mamma non è una persona nè ottusa nè tantomeno carnivora impenitente... eppure quando ho parlato con lei di questi argomenti, la sua opinione è stata di cercare una via di mezzo e di non lanciarsi in scelte estreme. Mi ha parlato di varie cose, del fatto che per esempio la soia è uno psicoalimento e non andrebbe consumata in grandi quantità perchè ha un effetto di "ottundimento del pensiero" (attenzione, questo lo dice Rudolf Steiner... prendetevela con lui!!!), del fatto che non bisognerebbe esagerare con l'alimentazione giapponese (anche se io adoro il cibo giapponese) e con ingredienti come soia e alghe, perchè è un'alimentazione orientale e di duemila anni fa, quindi inadatta a noi occidentali del duemila. Mia mamma concludeva dicendo che la cosa migliore è trovare una via di mezzo, fare una dieta mediterranea che, appunto, è più "adatta" a noi.
Volevo riportarvi queste riflessioni perché ritengo mia mamma una persona in grado di poter dare consigli su queste cose, avendo cognizione di causa, visto che per trent'anni ha sperimentato la cucina macrobiotica e ha studiato un certo tipo di testi. Io ho pensato a quello che mi ha detto... continuo a non mangiare prodotti animali, ma effettivamente anch'io penso che gettarsi negli "estremi" non vada bene e che in ogni cosa la scelta più giusta sia quella più moderata.
Ripeto che anch'io non ho ancora le idee ben chiare su questi argomenti, ma pensavo che riportarvi questo scambio di idee potesse essere in qualche modo un ulteriore spunto di riflessione.

Arame ha detto...

Laura,
Ciao!!! Non avere paura di essere fraintesa o criticata, qui nessuno ha intenzione di farlo :)
Grazie per la tue informazioni, sono tutte testimonianze importanti.
Mi permetto solo di specificare che la soia non è un alimento fondamentale della macrobiotica, e credo che tutti sappiano quanto essa sia manipolata geneticamente. Quindi non è consigliabile abusarne.
Inoltre la dieta macrobiotica sostiene che si dovrebbe mangiare alimenti prodotti dalla tua terra, e quindi concordo in pieno col pensiero di tua madre.

Grazie per il tuo intervento ;DDD

LucaCh ha detto...

Hai perfettamente ragione, il digiuno è un argomento PERICOLOSISSIMO, e non mi ero accorto di averci messo così tanta approssimazione, mi dispiace!

Tanto per puntualizzare, comunque, in macrobiotica digiuno significa "togliere il superfluo", NON "astenersi anche dal necessario"!

Per "digiuno macrobiotico" si intende semplicemente la dieta a base di cereali integrali, e ne esistono decine di varianti (basta guardare per esepio nel libro della allieva prediletta di Ohsawa, Francois Riviere: "La sante et la macrobiotique, suiv. les enseign. de georges"), a seconda che venga fatta da soli o in gruppo e a seconda dell'obiettivo che si vuole raggiungere: la varietà di cibo è talmente ristretta ed equilibrata che la quantità non è quasi mai un problema, se tutto viene masticato adeguatamente.

Hai perfettamente ragione sull'atteggiamento con cui si affronta un periodo di "disintossicazione": può trasformare facilmente un vero e proprio calvario in una piacevole passeggiata! In effetti però è difficile anche solo dare un consiglio sul "come renderlo un dono, non una privazione", sono troppe le variabili in gioco: personalmente anche io sono dell'idea che in generale meglio passare dalla via rapida (dieta a base di soli cereali integrali) solo quando non si può farne a meno per questioni di malattia acuta; la via lenta (cereali, verdure di stagione, zuppa di miso) dà soddisfazioni più durature e risultati più profondi e non ha particolari problemi legati ad eccessi che si trasformano nel loro opposto.

Già che ci siamo, meglio tenere presente anche che un'attività fisica anche solo moderata ma regolare è ciò che permette al corpo di dare comunque il suo meglio ed è una condizione imprescindibile per poter rimediare ai propri errori di comprensione che portano a procedere inevitabilmente per errori e successivi aggiustamenti, anche per ciò che riguarda la propria alimentazione: è un aspetto magari scontato, ma credo non faccia mai male ripeterlo. Lo dico perchè io me ne scordo spesso, quando capitano quei rari periodi in cui c'è molto tempo libero, e che finisco sempre per passarlo davanti al monitor, a leggere per esempio il tuo bel blog! ;-)

Arame ha detto...

Luca,
grazie per le precisazioni ;D