mercoledì 17 giugno 2009

Zuppa di zucchine e piselli al curry

Una zuppa, tiepida o calda che sia, è il mio modo preferito per iniziare il pasto. Non c’è caldo che tenga... Per me è un vizio supremo ed irrinunciabile.
Il bimby in questo periodo mi sta aiutando anche troppo, immersa come sono tra i libri, gli appunti di bioarchitettura e i dettagli degli isolanti :). Il Criticissimo invece è con la valigia da fare e disfare e i panni che restano a me da lavare e stirare.
In questo caos generale mi resta poco tempo per pensare a nuove ricette ma era tanto che non ero così serena nell’essere immersa nelle faccende di una vita appagante.
Sono felice, e la certezza di essere tornata sulla strada giusta mi fa sentire bene come non mai.


Due cipollotti (anche la parte verde, ma tenerne un po’ da parte per guarnire)
Tre zucchine
Tre cucchiai di piselli secchi (ammollati o no)
Una tazza d’acqua
Un cucchiaio di olio d’oliva extravergine
Kombu un francobollo
Curry q.d.
Sale integrale marino q.b.

Tagliare finemente i cipollotti, lasciandone una piccola quantità da parte per guarnire.
Mettere l’acqua a bollire.
In una pentola a parte dal fondo pesante soffriggere i cipollotti spolverandoli di curry.
Mondare e tagliare le zucchine, aggiungerle nella pentola assieme ai piselli secchi, la kombu e l’acqua bollente.
Cuocere finch'è non sarà tutto morbidissimo, salare poco prima di spegnere la fiamma.
Frullare il tutto e servire caldo o tiepido con del cipollotto o dell’erba cipollina per guarnire.

giovedì 21 maggio 2009

Insalata di Miglio e i 5 Sapori

Lo sentite l’eco??? E’ il mio frigo nel quale il Nulla dilaga… e dilaga…
A parte il Criticissimo, il primo che capisce la citazione letteraria/cinematografica potrebbe ricevere un premietto dalla sottoscritta ;D
Andare a lavorare in bicicletta potrebbe farmi perdere peso, non per le teoriche calorie bruciate in minuti di libertà, ma per l’impossibilità di fare una spesa decente nell’unico supermercato bio della mia Ravenna, ovviamente posizionato dall’altra parte della città rispetto a dove lavoro. Se in più ci mettiamo che fare 20 km in bici, statisticamente contro vento, con una busta della spesa, non mi alletta per niente, ne risulta una cucina a casaccio ma ugualmente gratificante ;DDD


Miglio già cotto (gusto dolce)
Insalata a foglia di vario tipo (gusto amaro)
Mais (gusto dolce)
Capperi sotto sale (gusto salato)
Olive (fermentate)
Santoreggia
Origano

Per condire
Acidulato di riso (gusto acido)
Salsa di soia (gusto salato)
Senape (gusto piccante)
Acqua q.b.


Sono sicura che mettendo assieme questi ingredienti il risultato sarà comunque ottimo!
La salsina invece è particolare, però non fate la faccina schifata nel vedere senape e salsa di soia assieme, anche io l’avrei fatta, ma in realtà ci stanno di brutto :)

Riflessione sui 5 Sapori
L’amaro nutre il fuoco, quindi cuore e intestino tenue; il dolce alimenta la terra, stomaco milza e pancreas; il piccante è metallo, l’energia dei polmoni e dell’intestino crasso; il salato ovviamente piace ai reni e alla vescica, quindi energia acqua; l’acido, invece, è gradito al fegato e alla cistifellea ovvero energia legno.
Avere tutti i cinque sapori nell’arco di una, al massimo due, giornate da ricchezza alla dieta, smuove le energie e allontana la noia. Consiglio a tutti, soprattutto in questo periodi dell’anno, di riscoprire i sapori e di imparare a giocarci.

mercoledì 13 maggio 2009

Kanten - mousse Fragola e Vaniglia

La via naturale e macrobiotica lascia il segno, entra nella tua vita come una curiosità poi ti scopri diversa, intuisci la possibilità di avere risposte e una chiave di lettura diversa per il mondo.

La chiave di lettura del mondo… forse è questo che mi ha affascinata, nell’arte, nella geometria, nella poesia, nell’architettura e nell’alimentazione che diviene uno strumento di comprensione e di cambiamento…

Un dolce, in questa visione alimentare così profonda, è utile per alleggerire un po’ il tutto, in questa fase della mia vita che definirei “pesante”, con poche soddisfazione e con infinite possibilità.
Ogni giorno è una opportunità. Per vivere in una tale libertà basta un unico e importante punto fermo. Per me l'indiscutibile è una persona, così me la coccolo e ci vedo diventare grandi attraverso i suoi occhi.


Mezzo litro di succo di mela
½ limone - succo e buccia
10 o 12 fragole
Un pizzico di sale integrale
3 cucchiaini di agar agar in polvere
1 cucchiaio di malto di riso (facoltativo)
Una punta di vaniglia in polvere

Versare il succo di mela in una pentola d’acciaio, aggiungerci a pioggia l’agar agar, salare e mettere a bollire per 5 minuti mescolando di tanto in tanto per evitare che di attacchi.
Grattugiare il limone e spremerne il succo.
In un recipiente largo, magari di vetro, versare il succo di limone, la buccia grattugiata, il malto la vaniglia, le fragole tagliate e lavate e versare il succo di mela bollente.
Lasciare raffreddare per un paio d’ore. Una volta che si sarà formata la gelatina frullare e mettere in fresco in uno o più contenitori alimentari.
Servire in coppette e guarnire a piacere con mandorle tritate, fiocchi di mais, cereale soffiato (il top è la quinoa) o addirittura cioccolato fondente in scaglie (qui lo dico e qui lo nego ;PPP)

MacroConsiderazione dietetica.
Questo dolce è utile per chi si avvicina alla pasticceria naturale per coccolarsi e magari perdere anche un po’ di peso, infatti l’agar agar è priva di calorie e leggermente lassativa. Assieme al gusto dolce rilassa nel profondo e può essere molto utile per persone troppo tese. Se il pancreas è troppo contratto, infatti, la voglia di dolce sarà forte, e dessert come questo non solo la soddisferà ma assieme ad un’alimentazione mirata aiuterà a rilassarsi e a vivere con più serenità la tavola.

martedì 28 aprile 2009

Salsina Agrodolce alla Barbabietola

Avete presente i Nachos in Salsa piccante??? Gli amanti della cucina messicana non potranno sputarmi in un occhio solo per merito del monitor…:DDD
Tranquilli lo so anch’io che non c’entra nulla… questa salsa infatti nasce dalla voglia di creare un sapore agrodolce per nutrire il fegato, e per caso ho scoperto che è divina sulle gallette di mais. Quindi in caso di un aperitivo con amici io avrò una salsina dove tuffare le mie personalissime “patatine” ;)
Io la vedo perfetta anche per condire insalate di pasta o per accompagnare verdure sbollentate. Un'altra cosa interessante di questa salsa è il fatto che è totalmente priva di olio, quindi può anche sostituire un patè con lo stesso gusto e con una buona cremosità.



Barbabietola rossa 400 gr
Tre cucciai di acidulato di riso
Un cucchiaino di senape di buona qualità
Un cucchiaio di miso bianco
Un po’ santoreggia
Acqua calda q.b.

Mettete a bollire mezzo bicchiere d’acqua. In una ciotolina sciogliete il miso bianco nell’acqua calda e coprite con un piattino in modo che il calore attivi i fermenti. Lasciate riposare qualche minuto.
Tagliate a pezzettoni le rape e adagiatele nella brocca di un frullatore, aggiungete senape, l’acidulato di riso, la santoreggia e infine il miso bianco.
Frullate e aggiungete poca acqua fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Dovrebbe risultare un agrodolce leggermente piccante. Tuffateci dentro le gallete ;)

martedì 24 marzo 2009

Crocchette d’orzo e spinaci

Un fine settimana anomalo, senza nessun impegno, senza Milano, senza cene da organizzare, senza il Criticissimo da accudire e gustare… mi sono trovata immersa in un silenzio interrotto solo da quella canaglia di pappagallo :)



Stavolta non vi do delle dosi, ho semplicemente messo assieme dell’orzo già cotto con spinaci lessati, semi di sesamo, erbe aromatiche, farina di mais precotta e sale. Ho fatto delle palline schiacciate e le ho fritte in poco olio.
L’idea era di copiare la mia blogger preferita, ma la pigrizia mi ha stregata impedendomi di andare in città per comprare il tofu vellutato. Il risultato un vero e proprio piatto “povero”, ma davvero buono.
Molte delle mie ricette vanno prese così, sono solo degli spunti, tocca a voi farle vostre :)

venerdì 20 marzo 2009

Marzo

Ops! Siamo già al 20 marzo… Ecco il pensierino del mese :)


Ogni cosa si trasforma. Tutto cambia. Questo è il messaggio più potente e rivoluzionario di Oshawa, ancora più prezioso in un periodo storico come questo, dove l’omologazione ha reso anche i giorni in apparenza tutti uguali. Invece non è così, grazie al cielo, abbiamo la possibilità di cambiare, e il dono più grande: il libero arbitrio.

mercoledì 18 marzo 2009

Mangia che ti passa...

Mia madre ha svegliato mio padre per dirgli: "forse nostra figlia ha ragione", mio padre si è girato dall'altra parte e ha continuato a dormire... ;DDD

Io sono andata in rete e ho cercato di reperire l'interessantissimo servizio che mi ero persa.

Sul sito ufficiale della RAI si trova in una versione migliore che comprende anche la parte iniziale qui non presente.

Pettegolezzo: Franco Berrino ha frequentato per molto tempo Cuisine et Santè. Lo posso affermare con certezza dal momento che i miei suoceri hanno avuto l'onore di conoscerlo e io a gennaio ho avuto il piacere di incontrare uno dei suoi cuochi volontari. SIETE DEI GRANDI!!!

lunedì 16 marzo 2009

Mele e Castagne al cucchiaio

Ok, lo ammetto cerco di addolcirvi per la mia lunga assenza, per non aver risposto alle mail e per essere sparita così nel momento del bisogno. Non vi racconterò del periodaccio che ho vissuto, ne tanto meno di come mi sento stanca ora… tutto cambia, no??? E io tornerò in forma. Il sole del resto aiuta a tirar fuori gli attributi ;DDD
A me questo tipo di dessert piace la sera, ma credo sia ottimo anche come merenda o colazione… potrebbe essere un’idea anche per chi mi chiedeva una colazione alternativa alle creme e ai prodotti da forno.


Tre mele
Una tazza di castagne secche
3 cm di kombu
Due cucchiaini di Kuzu
Acqua q.b.

Mettere in ammollo le castagne con la kombu per una notte. Tagliare le mele a quarti e privarle del torsolo dopo averle lavate. Mettere mele e castagne in pentola a pressione. Togliere la kombu, perché sa troppo di mare per un dessert. Cuocere 40 minuti dal fischio e lasciare raffreddare. Frullare il tutto.
Sciogliere il kuzu in due dita d’acqua e aggiungerlo alla crema di frutta. Mettere il tutto sul fornello e cuocere a fuoco lento finché la crema non si addenserà, ovvero quando inizierà a sobbollire.
Servire tiepida o a temperatura ambiente.

mercoledì 11 marzo 2009

Cibi “non macrobiotici”???

Non credo che un macrobiotico non debba mangiare mai alimenti “non macrobiotici”. In realtà non credo esista al mondo un alimento “non macrobiotico”, penso che sia una definizione sbagliata, che crei confusione.
Non so se in questo blog io abbia mai definito così gli alimenti, può essere benissimo che lo abbia fatto, come può essere che io stia cambiando e che, ponendomi le vostre stesse domande, le mie idee si evolvano.
Mi piace pensare ad un mondo soggetto tutto alle medesime regole, ma mi sto convincendo che l’uomo le abbia incasinate parecchio. Inoltre c’è anche un altro aspetto che non semplifica le cose, infatti, le abitudini che con gli anni abbiamo fatto nostre sono il prodotto di noi, tanto quanto noi di loro.
Mi chiedete se nella mia vita non ci siano mai alimenti squilibrati o chimici e io mi chiedo il motivo di questa domanda.
Se volete sapere se incontro le vostre medesime difficoltà… vi rispondo di si.
Ho 28 anni e ho amici con cui adoro fare l’aperitivo, essendo praticamente l’unico momento in cui li vedo, gradendo per nulla i ristoranti romagnoli per ovvi motivi, e la pizza di gomma spacciata in pizzeria, ho re-inserito nella mia vita qualcosa di poco sano, ma che mi fa rilassare e mi fa sentire parte di un qualcosa di importante per me.
Io mi sento macrobiotica, perché conosco gli effetti del cibo sul mio corpo, ho imparato a guarire me stessa e i miei cari da piccoli malanni o dolori, solo tramite l’alimentazione. So fare a cucinare solo macrobiotico, perché ho iniziato da giovane. Con gli anni poi ho imparato a riequilibrare gli effetti di alimenti squilibrati e a ripulirmi da cibi chimici. Questo però non vuol dire che non abbia più effetti sgradevoli causati dalle mie marachelle alimentari. Grazie al cielo il mio corpo si ripulisce in fretta perchè sono anni che gli do il cibo giusto.
Non credo nell’igienismo alimentare, ma non credo nemmeno che sia sempre giusto mangiare a caso. Se siete all’inizio è fondamentale fare dei bei periodi esclusivamente con cibi equilibrati, perché dovete capire cosa state facendo e comprendere cosa vuol dire stare bene. Dovete trovare voi le risposte corrette a ciò che è giusto in questo momento per voi, con la consapevolezza che “tutto cambia”.
Se avete malattie gravi o allergie da cui liberarvi allora non c’è eccezione che tenga, dovete guarire e farlo sul serio. Potete farlo se vi fate aiutare da qualcuno veramente competente.
Se invece questo non vi interessa, allora per me potete continuare a mangiare quello che desiderate, perché non sarete macrobiotici nemmeno mangiando solo riso.
E’ un concetto difficile da capire, una differenza sottile, tra il poterlo fare e il farlo… stranamente inverso da quello che si crede comunemente.
Se so di poter vivere senza determinati cibi, è poi indifferente se io ci stia realmente lontana. Perché??? Perché non ne sono più schiava. Decido ad esempio di fare l’aperitivo perché mi voglio rilassare e mi voglio sentire come i miei amici, ma posso decidere anche di non farlo e ordinare acqua bollente per mio kukicha perché voglio sentirmi bene, voglio curare qualcosa, voglio fortificarmi o non voglio rompere un esperimento alimentare… etc
Oshawa ha sperimentato su di sé gli effetti del cibo, passando attraverso grandi estremi, per capire davvero se era sulla strada giusta. Oshawa è morto a 74 anni. Lima, sua moglie, molto più rigorosa del marito verso un’alimentazione equilibrata, ha superato i 100 anni.
Entrambi hanno sperimentato su loro stessi la macrobiotica, in due versioni diverse, perché erano diversi gli obiettivi che essi rincorrevano, ed entrambi li hanno raggiunti.
Per me essere macrobiotica significa avere consapevolezza e scegliere di volta in volta un obiettivo da raggiungere e servirmi del cibo per cambiare me stessa, come i materiali per definire il mio progetto. Insomma non è altro che una variante dell’architettura, in cui il fine sono io, la mia vita.

Tutto questo vuole farti capire che non è importatane sapere se anche gli altri fanno schifezze! Quello che è interessante è sapere il perché! E’ il motivo che fa la differenza. Tanto poi gli effetti ci saranno! Tanto vale prevederli :)

martedì 10 febbraio 2009

Torta di riso in crosta di mais

Adoro divagare con gli avanzi, mi permette quella creatività che per me è ossigeno e che a volte manca nel mio lavoro.
Per fortuna c’è la cucina che mi permette d’inventare e giocare con le energie e con me.
Cucinare è un grande gesto d’amore, e cucinare macrobiotico è un gesto di vero amore per sé stessi, anche se è impegnativo e a volte rischia di diventare un peso. Bisogna scrollarci di dosso quello che sappiamo e ricordarci che è sempre una scelta, non un’altra prigionia :)
Se siamo nati liberi e questa libertà è piena di responsabilità ci è stata offerta comunque per un motivo.


Due tazze di risotto ai porri (o con altre verdure)
Verdure stufate per altre preparazioni (facoltativo)
Due cucchiai di polenta precotta integrale
Acqua q.b.
Tamari
Erbe di provenza
Semi di sesamo e papavero
Olio e farina per ungere e infarinare la teglia


Mescolare il riso alle verdure e lasciare riposare. L’ideale sarebbe metterle assieme la mattina per poi cuocerla la sera, in modo da miscelare i sapori ma se avete poco tempo, potete farlo anche all’ultimo momento.
Oliare e infarinare una teglia, e versarci il riso e le verdure compattando con le mani bagnate. Versare a pioggia la polentina e inumidire con acqua spruzzando la superficie, non abbiate paura di esagerare, il mais l’assorbirà.
Se avete un vaporizzatore è utile riempirlo di tamari per spruzzare la superficie della torta, altrimenti è indispensabile dosare con attenzione la quantità di salsa, in modo da non esagerare.
Guarnire con le erbe aromatiche e i semi e cuocere in forno caldo a 180 ° per 20 minuti.

mercoledì 4 febbraio 2009

Muffins Mela Albicocche

I muffins ci piacciono molto e ultimamente stanno diventando una consuetudine, dal momento che la sera crollo prima di riuscire a metter sul fuoco la colazione, e la mattina mi sveglio talmente presto che potrei fare il pane prima che la mia metà si alzi. Il silenzio e il buio di una giornata ancora da vivere mi ispirano coccole e dolcezza e hanno lo scopo segreto di convincere il mio trascurato marito ad abbandonare l’abitudine del bar ;)


Tre piccole mele biologiche (o due grandi)
100 gr. di albicocche secche
300 gr. di farina biologico
Tre cucchiai di olio di mais spremuto a freddo
Tre cucchiaini di semi di papavero
La buccia grattugiata di mezzo limone
Cannella q.b.
Un cucchiaio di cremor tartaro
Un pizzico di sale


Lavare le albicocche e tagliarle a cubetti per poi metterle a bollire con acqua fino a coprire e un pizzico di sale. Cuocere finché il liquido non si sarà asciugato completamente.
Nel frattempo tagliare le mele in quattro, dopo averle lavate, e grattugiarle per ottenerne la purea.
In una prima ciotola mescolare la parte solida :farina, lievito, cannella e semi di papavero; mentre in un’altra, la parte umida: purea di mele, albicocche, scorza di limone. Versare l’umido nel secco e mescolare con le mani il meno possibile.
Accendere il forno a 200°.
Riempire i pirottini appositi con l’impasto aiutandosi con il cucchiaio da gelato e cuocere per 20 minuti abbassando la temperatura a 180°.

martedì 3 febbraio 2009

Febbraio


lunedì 26 gennaio 2009

Pane Osahwa e il rispetto per i doni della terra...

Lo so che la ricetta dello sformato di saraceno l’ho già postata, ma è più forte di me, rientra sempre nella mia vita con forza quando torno da Cuisine et Santè.
La cosa bella di questa preparazione è che la puoi fare con qualsiasi cosa, è ideale per l’inverno, e buonissima.

Il saraceno è un (non) cereale molto yang, cresce nel freddo e ha un tempo di maturazione molto breve.
Su “Medico di te stesso” di Naboru Muramoto si legge che conferisce a chi lo mangia di frequente la caratteristica della volubilità. Sinceramente trovo queste indicazioni sulle trasformazioni del carattere per merito del cibo curiosità interessanti, ma a volte azzardate.
Io per abitudine non abuso di alcun cereale, ad eccezione del riso, di cui sono davvero dipendente.
Il saraceno è ricco di ferro, proteine, sali minerali e vitamine, spesso è consigliato per l’anemia, assieme al miso. Vi invito a leggere questo post di Stella di Sale in cui tratta proprio l’argomento ferro.


Un bicchiere di farina di saraceno
Due cipolle
Verdura già cotta anche scolata da un minestrone
Due cucciai di olio di sesamo
Sale integrale marino
Un bicchiere e mezzo di acqua (o brodo di verdura)
Santoreggia (o qualsiasi erba aromatica)


In una ciotola miscelare farina, acqua, un pizzico di sale e una punta di santoreggia mescolando con una frusta. Lasciare riposare la pastella per un tempo che varia da trenta minuti a 8 ore.
Tagliare le cipolle a mezza luna e saltarle in padella con un cucchiaio d’olio per dieci/quindici minuti, mescolando di tanto in tanto. Salare e spegnere il fuoco chiudendo con un coperchio. Anche in questo caso lasciare riposare.
Unire alla pastella la cipolla e volendo altra verdura cotta e versare in un teglia oliata. Inserire nel forno gia caldo e cuocere per 20-30 minuti a 180 °.

Amore per il cibo
Il mio saraceno era rimasto dimenticato in dispensa e temevo avesse fatto qualche farfallina, ma non volevo buttarlo. L’ho messo in una ciotola piena d’acqua e vedendo effettivamente due farfalline vanire in superficie assieme ai grani ormai vuoti l’ho lavato ripetutamente. Buttando via tutto quello che si mostrava in superficie. L’ho messo poi ad asciugare su un panno di cotone pulito e il giorno dopo l’ho raccolto in un colino che ho posizionato sopra un calorifero per un’altra giornata in modo da fargli perdere l’umidità. Il giorno dopo ne ho fatto la farina che ho usato in questa ricetta.
Questa operazione sembra lunga ma si impiegano pochi minuti per ogni fase e la soddisfazione di recuperare tutto ciò che è buono di un alimento vi farà pensare che ne vale la pena, ne sono sicura…

mercoledì 21 gennaio 2009

Karintoh

Questa è uno snack classico della cultura macrobiotica, già Oshawa ne parla nei suoi libri, infatti è proprio da uno di questi che ho copiato la ricetta.
Ideali per la merende dei ragazzi, per accompagnare la visione di un film domenicale o un aperitivo. Insomma è un’idea sfiziosa che qualche volte è piacevole concedersi.


Tre cucchiai di farina
Due cucchiai di farina di mais precotta
Un cucchiai di fiocchi d’avena
Tre cucchiai di olio
Un cucchiaino di sale
Acqua qb
Olio per friggere

In una ciotola mischiare farina, polentina, fiocchi d’avena, sale e olio. Aggiungere l’acqua necessaria per ottenere un impasto simile alla sfoglia e impastare per una ventina di minuti.
Con il matterello stendere la pasta con uno spessore di circa 1 o 2 mm e ragliare rettangoli di 1 cm per 5.
Friggere ad immersione e se necessario salare col gomasio ;)

martedì 6 gennaio 2009

Ancora a Cuisine et Santè



Dopo un fine anno impegnativo e stimolante mi sono presa un po’ di tempo per me, solo per me. Ho lasciato il neo maritino a casa, sicuramente addolorato di poter passare intere giornate con fratelli e amici, e sono tornata con una combriccola eterogenea in un luogo che adoro: cuisine et santè.



Fin dalla partenza abbiamo avuto sorprese bellissime e quando l’aereo ha superato la coltre di nuvole che copriva Milano, davanti a noi si è aperto uno spettacolo che ci ha lasciato letteralmente senza fiato. Forse Anna ed io avevamo dimenticato l’azzurro del cielo a causa del grigiore dell’ultimo mese, ma le Alpi innevate che svettavano sopra un mare candido e cotonoso sono state un dono che ricorderemo.
Oggi è il terzo giorno che siamo arrivati e ancora non mi sono messa un secondo in cucina. Mi sto concedendo lussi da vacanza, ma da domani mi metterò di nuovo sotto a riavviare il cervello ancora un po’ impigrito dalla voglia di far nulla.
Tornare è come non essere mai stati via, ritrovi persone, luoghi sensazioni e ti senti parte di un mondo dimenticato.


La mia mente si confonde perché vorrei trovare risposte valide, rassicuranti, che in realtà non esistono. La macrobiotica è libertà, osservazione ancor prima di studio forse, ed io ho come il dubbio di aver studiato troppo e osservato poco. Come se nella frenesia del fare e dell’imparare non abbia colto tutte le opportunità.
Quello che è fatto è fatto, ora mi prendo più tempo per me, in questi giorni me lo posso permettere, e poco importa se non imparerò ricette nuove, oggi cerco qualcosa di diverso, i segreti del riciclo, ad esempio, e la libertà infinita.
L'obiettivo potrebbe divenire la distruzione totale dei vecchi paletti, la consapevolezza di essere nella direzione giusta, e questo è possibile solo con il confronto e con la condivisione.

giovedì 1 gennaio 2009

Per un 2009 sempre più Macro



Quest’immagine viene da un calendario di un UPM, mi è arrivato per mail e anche questa volta devo ringraziare Lorenzo e Silvia per questa chicca. Al di là del valore artistico delle immagini, quello che a me preme farvi arrivare sono le frasi di Oshawa, che qualcuno a scelto per insegnarci, o semplicemente ricordarci, cose importanti.

Riempite questa giornata di buoni propositi e servitevi delle altre per realizzarli.

BUON ANNO