giovedì 27 marzo 2008

B & B le coccinelle… a tavola

Mi piace dedicare due righe esclusivamente al cibo, perché essendo il motivo principale della scelta del luogo è chiaro che per me merita considerazione.
Ovviamente al B&B La Coccinella la macrobiotica regna sovrana: cereali integrali, verdure, legumi, alghe condimenti tipici come il miso e la salsa di soia, thè bancha… non ci hanno fatto mancare proprio nulla.
Siamo arrivati per il pranzo e abbiamo trovato ad accoglierci, oltre che la fantastica famiglia di cui ho già parlato, anche leccornie da manuale: riso saltato con cipolle e carote, e cavolfiore con una salsina all’aneto che era da brividi.
Fin qui però ancora mi difendevo bene, la sera invece, ho avuto il primo “smacco” :P la vellutata di zucca era così buona che la mia metà, mi ha guardata negli occhi serissima, e mi ha detto:
Eh, già! Questa Amu ti da due giri!
Non potevo far altro che fregargliene una cucchiaiata, così, per dispetto, e per goduria pura, aveva davvero ragione. Anche le creps di saraceno con tofu e le verdure saltate erano più che buone.
La colazione è praticamente a desiderio, noi abbiamo optato per dell’ottima crema di riso da condire a scelta con marmellata o con gomasio… ma avremmo potuto chiedere anche una colazione più “tradizionale”, sono davvero disponibili.
Venerdì abbiamo pranzato nel rifugio sul lago a cui si accede dalla funivia dietro al Santuario di Oropa. Il Criticissimo non ha avuto fondo, (assaggiando??) divorando una cofanata di polenta concia, dopo aver spazzolato un piatto di pasta al sugo di noci. Tuttavia, questa escursione lontano dalla macrobiotica l’ha pagata tutta con sogni notturni agitati. A me il pranzo ha riservato solo patate bollite, che erano l’unica cosa che si avvicinava a cibo:( .
La sera, ovviamente, mi son rifatta con la più buona vellutata d’avena che abbia mai mangiato, gli azuki e il sedano rapa condito col miso.
L’ultimo pranzo è stato il colpo di grazia per le mie velleità da cuoca, infatti il risotto di asparagi e il seitan glassato al limone hanno confermato che devo ancora imparare molto sulla cucina naturale.


Il Criticissimo con la grazia da elefante, che ha volte lo contraddistingue, ha confessato a Patrizia che prima di mettere piede nella loro dimora era convinto che io fossi un cuoca fenomenale, e con una pacca sulla mia spalla ha esordito che la strada che dovrò fare è ancora tanta...
L’entusiasmo che ho intravisto nel mio compagno, mi ha dato sicuramente uno stimolo grandissimo per migliorarmi e non posso far altro che sentirmi fortunata nell’averlo accanto. Tra l’altro è possibile che i macrobiotici che ho avuto l’onore di conoscere siano tutti persone così gradevoli e gentili? Se è davvero il cibo che contribuisce a rendere le persone così affascinanti e affabili, non posso far altro che sperare di essere sulla buona strada.

martedì 25 marzo 2008

Vacanze e cucina naturale: B&B La Coccinella

Viaggiare e mangiare in serenità, per chi al cibo non lega solo il piacere dei sensi, non è sempre facile. Di solito quando sono in vacanza mi devo portare via mezza cucina, e lo stress per l’organizzazione a volte supera il relax del tempo libero. Questa volta, invece, avevo bisogno di riposo assoluto, e sono partita con il desiderio di provare una sensazione ormai sconosciuta: la noia (unico obiettivo fallito ;)).
Ho mostrato al Criticissimo il volantino del B&B la coccinella senza troppe illusioni, invece stupendomi, mi ha organizzato una vacanza indimenticabile e fatta su misura per me, lasciandomi inebetita dalla gratitudine.


La coccinella è il B&B dello chef Marco Bo, della sua stupenda moglie Patrizia e del vivacissimo Davide. Si trova vicino a Graglie, a pochi chilometri da Biella. Il casolare è una cascina tipica del biellese restaurato nel 2004, con un stile impeccabile e una cura dei particolari che valorizza e rende confortevoli gli ambienti.
L’atmosfera che si respira è intima e familiare, infatti gli ospiti, che possono occupare al massimo due camere, hanno a loro disposizione la sala da pranzo con tè bancha sempre caldo, un salotto delizioso, libri, musica, e volendo, anche giochi da tavola.
La camere sono anch’esse arredate con cura e con la costante presenza di piccole coccinelle che compaiono allegre in dettagli e soprammobili.
Un’altra cosa particolare, che vorrei proporre anche nel mio ufficio, è l’invito di muoversi per il B&B esclusivamente in ciabatte, in modo da garantire igiene, ma soprattutto comodità ad alti livelli.
Al di la della bellezza del luogo di pernottamento, mi ha colpito molto anche il contesto. Ad esempio, è stato fantastico avere la vicina di casa che nel pomeriggio apriva le stalle per far uscire i cavalli a pascolare sotto la nostra finestra, e le caprette poco più su, per non farle essere da meno.


La presenza di amichetti pelosi, inoltre, è stata una graditissima costanza, come la dolcissima Lina, cagnolina del piccolo Davide, che non disdegna le coccole di nessuno ed è una vera giocherellona. Non scorderò facilmente nemmeno quel micino meraviglioso che ci ha allietato un pomeriggio accompagnandoci nel tragitto di una piacevole passeggiata.
Le piccole escursioni, inoltre, ci hanno portato a conoscere il Santuario di Oropa, permettendoci anche, di salutare l’inverno e di festeggiare l’arrivo della primavera, malgrado questo suo strano inizio, che comunque non manca di dispensare tripudi di colori e profumi.


Insomma, sono state davvero delle belle giornate, che mi hanno permesso di capire qualcosa in più della macrobiotica, questa volta nel suo aspetto più culinario e sempre ad altissimi livelli, tanto è vero, che persino il Criticissimo, aspettava con ansia l'ora dei pasti ;)
Ovviamente di questo ne parlerò più approfonditamente prestissimo.

mercoledì 19 marzo 2008

Salsa Cremosa al Tofumiso

Oggi per me ha il sapore della primavera, per via della luce e dei colori che hanno invaso i miei occhi nel tragitto che da casa ho percorso per giungere a questo pc. Inoltre sto pregustando con impazienza le ferie che da domani mi porteranno in giro per il nord Italia assieme unicamente alla mia metà, cosa talmente rara da mettermi in uno stato di agitazione mista ad ansia che mi sta facendo scodinzolare da giorni.
Mi sento davvero felice e leggera. E chissà, forse per questo mi è venuta voglia di pubblicare questa salsina cremosa e stuzzicante.


4 cucchiai di silk tofu
Un cucchiaino di miso
Tre cucchiaini di taihn
4 cucchiai di acqua di cottura di verdure (o semplicemente acqua)
1/2 cucchiaino di scorza di limone grattugiata

Mettere l’acqua a bollire, ma se avete dell’acqua di cottura di verdure è ancora meglio. In un suribachi miscelare tutti gli ingredienti assieme e infine aggiungere l’acqua bollente nelle dosi indicate. Mescolare con il pestello (surikogi) fino ad ottenere una consistenza cremosa.
Questa salsa non si conserverà per più di un giorno per questo conviene prepararla in piccole quantità. L’ideale è servirla fresca come accompagnamento di verdure, anche crude, ancor meglio durante un bel aperitivo con tè bancha caldo.

martedì 18 marzo 2008

Seitan al miso

La cucina macrobiotica non è necessariamente priva di derivati animali, ed è per questo che alcuni macrobiotici inseriscono nella loro dieta, seppur saltuariamente, anche la carne.
Ognuno deve fare per se quello che ritiene più incline alla propria natura e sensibilità. Personalmente sono ancora in una fase della vita in cui della carne non sento assolutamente bisogno, anzi…. Probabilmente è per questo che anche il seitan e il tempeh appaiono sulla mia tavola davvero raramente, perlopiù per incentivare la mia metà a non comprare il ragù o il prosciutto.
Nell’ultimo corso di cucina che ho frequentato consigliavano di provare miso e coniglio. Io, stupita da questa proposta, ho raccolto la sfida… a mio modo ovviamente ;) e ho provato ad aggiungere i prezioso miso al gustoso seitan.
Stanno talmente bene assieme da dubitare dell’originalità di questa proposta :DDD, quindi se trovate altre ricette che li mettono assieme fatemi un fischio :D che attirerete sicuramente il mio interesse.

Una cipolla
Una confezione di seitan
un cucchiaino raso di miso
acqua calda
un cucchiaio di olio extravergine d’oliva spremuto a freddo
sale integrale

Tagliare la cipolla a mezza luna, e dorarla in una padella unta. Tagliare il seitan in pezzetti irregolari, unirla alla cipolla, e cuocere per circa 15-20 minuti, aggiungendo acqua calda nel caso servisse. A questo punto sciogliere il miso in un cucchiaio di acqua bollente e incorporarlo al seitan. Spegnere e servire caldo.

lunedì 17 marzo 2008

Strudel di kamut alle erbette

Un pic nic in spiaggia trasformato in aperitivo veloce a causa di nuvoloni coreografici, ma fuori luogo. La giornata e stata resa comunque davvero piacevole dall’inaspettata visita di una coppia di amici che hanno la nostra stessa voglia di mare e sole.


Questo strudel salato è davvero comodissimo da portarsi in giro come pranzo al sacco. L’amaro della cicoria è incredibilmente mitigato dalla dolcezza del tofu, dei lischi (o barba di frate) e del kamut, e secondo me assieme creano un’armonia di sapori da sperimentare.


Per la pasta
100 gr. di farina di kamut
200 gr. di farina bianca
50 gr. Olio extravergine d’oliva
un pizzico di sale
140 gr di acqua

Unire le farine, il sale, l’olio e l’acqua, amalgamare gli ingredienti fino a attenere una pasta liscia. Lasciare riposare per almeno un’ora.

Per il ripieno
Cicoria
Un mazzetto di lischi
100 gr. di silk tofu
una manciata di pinoli
un pizzico di sale
un cucchiaino scarso di kelp

Lavare la cicoria e i lischi e lessarli in poca acqua salata per circa un quarto d’ora. Al termine della cottura scolare bene le erbe. In un frullatore amalgamare lischi e cicoria assieme al tofu e all’alga kelp. Aggiungere solo dopo i pinoli e aggiustare di sale.
Stendere la pasta fino ad ottenere una sfoglia dalla forma più o meno rettangolare, dello spessore di circa 2 o 3 millimetri. Spalmare su di essa la crema di verdure e arrotolare la sfoglia come per fare uno strudel inumidendo la sfoglia in un lembo per richiuderla.
Metter in una teglia unta e cuocere in forno a 200 ° per 15 minuti.
Lasciare raffreddare prima di servire.

La Kelp non è altro che una selezione atlantica di varietà di alghe kombu. Viene polverizzata tramite macinazione. Ha un sapore forte, ed è un ottimo energizzante, dal gusto salato e inteso. Si consuma solitamente in piccole quantità assieme e verdure e a creme di verdure.

mercoledì 12 marzo 2008

Crema di Cereali e Azuki

Una crema che può essere una gradevolissima colazione, ma anche un pranzo gustoso, a seconda delle vostre abitudini.
Ultimamente sto facendo scelte importanti e non voglio avere paura di niente. Aspiro invece a buttarmi con grinta in queste avventure, per gustarmi le fasi di crescita della mia vita. Importante in questi momenti è avere reni forti e carichi, e questa ricetta è una vera manna per loro e per l’energia che li nutre. I reni per la medicina orientale sono le nostre batterie, la sede della nostra vitalità e quindi è importante prendersi cura di loro, se poi lo si fa con gusto è ancora più facile :DDD


In un tazza (la tazza americana mug) mettere:
Due cucchiai di azuki
Tre di grano saraceno
E il restante di riso integrale

Aggiungere
6 tazze (mug) di brodo di kombu (o acqua con un pezzettino di alga)
Successivamente:
Sale integrale marino

Per guarnire
1 cucchiaino raso di polvere di shiso
6 cucchiaini di semi di girasole

Lavare accuratamente i cereali e i legumi, e metterli a cuocere in una pentola a pressione con l’acqua e la komu per circa due ore. Come sempre è consigliabile inserire lo spargi-fiamma per evitare di bruciare il fondo, e per garantire un calore omogeneo.
Tostare i semi di girasole e miscelarli in un suribaci con la polvere di shiso pestando come se stesse facendo il gomasio. Otterrete un condimento fantastico per i cereali, che si conserverà benissimo per qualche giorno in un barattolo di vetro.
Terminata la cottura spegnere la fiamma e far scendere di pressione naturalmente. Aggiungere il sale e lascialo sciogliere a fiamma accesa per qualche minuto. Con il passa verdure ridurre i cereali in crema e servirla calda, magari guarnita con il condimento di semi e shiso.

martedì 11 marzo 2008

Crema Verde Amara

Sto imparando ora ad apprezzare le verdure amare, sia come gusto che come effetti energetici. L’inizio della primavera è il periodo migliore per prenderci confidenza in quanto in questa stagione c’è abbondanza di verdure a foglia dal gusto amaro, come ad esempio il radicchio, le erbe selvatiche e la cicoria.
La cicoria è considerata un tonico naturale e in questa crema l’ho accostata volutamente a verdure e ad un cereale più dolci, per smorzare un po’ in suo caratterino. La predominante amara comunque permane e accostata a un tocco di piccante crea un gioco interessante di sapori ed energie.


Una cipolla
10 foglie di cicoria
Una manciata di fagiolini
Due cucchiai di fiocchi d’avena
Un cucchiaino di sale marino integrale
Una foglia di alloro
Un pizzico di pepe macinato

Lavare le verdure, e spuntare i fagiolini per poi metterli da parte. Tagliare la cipolla a mezza luna e metterla cuocere assieme all’alloro e all’acqua in una pentola d’acciaio. Tagliare finemente sia i fagiolini che la cicoria, aggiungere alla cipolla, e cuocere per un quarto d’ora a coperchio chiuso. Salare e aggiungere l’avena e continuare la cottura per altri 10 minuti. Frullare il tutto aggiungendo acqua bollente nel caso servisse, e servire caldo con un pizzico di pepe per guarnire.

lunedì 10 marzo 2008

Unghie sul Vetro

Non sono brava ad arrampicarmi sugli specchi. E’ una cosa che trovo poco edificante e mi ritengo troppo impegnata per perder tempo a inventare scuse. Più vado avanti nel mondo del lavoro e più mi rendo conto che la maggior parte dei professionisti campa e fa successo promettendo cose su cui non ha nemmeno voce in capitolo. Spesso soffro vedendo il mio nome per forza accostato a persone di questo genere. Razionalmente mi dico che sono ancora troppo giovane ed inesperta per capire come mai queste persone, fantastiche per altre caratteristiche, abbiano dovuto sviluppare l’egregia capacità di vender fumo. Razionalmente mi dico: “aspetta! Cerca di imparare il più possibile, con calma e interesse”.
Razionalmente…
La mia anima a volte s’indigna, e non capisce perché la sincerità e la buona fede vengano spesso presi per debolezza. Io che guardo negli occhi chiunque e non temo di ammettere ne il mio impegno, ne il possibile errore. Spesso mi trovo a dover sentire le mie unghie graffiare gli specchi per cercare di difendere comportamenti indifendibili solo per proteggere quel nome a cui ormai si lega anche il mio.
Ne soffro, ma forse è perché sono ancora troppo giovane (?) per capire, e continuo a giustificare e a credere nella buona fede, ma poi mi chiedo “ e se anche queste persone hanno aspettato di capire, fino a diventare loro stesse queste scuse e impegni disattesi che le caratterizzano oggi?”
Non so!
Per ora aspetto, e cerco di continuare a farmi ferire da queste cose, perché è l’unico modo per non farsi inghiottire.
Già!
Per ora preferisco non farmi la corazza, perché non voglio diventi normalità nella mia mente.

giovedì 6 marzo 2008

Un classico: Riso Take Away

Un fine settimana impegnativo, ma piacevolissimo, nella Milano macrobiotica e anche un po’ indiana, con una compagna di viaggio stupenda e amiche di avventura nuove che stanno portando in questo periodo della mia vita un’energia bellissima.


Quando vado in giro preferisco portarmi dietro il mio cibo, un po’ per paura che vada a male, un po’ per essere sicura di mangiare qualcosa che mi soddisfi pienamente ;)
Io avevo nel lunch box riso con bieta e tofu, legumi neri con zucca e le immancabili gallette. Silvia, invece, queste fantastiche palline di riso. A me ricordano principalmente spiaggia mare sole e relax, in quanto sono l’ideale da portasi dietro, infatti si conservano benissimo per qualche giorno anche con il caldo.
Il fatto di vederle e di assaggiarle mi ha fatto venire una gran voglia di riproporle, e quindi stamattina mi sono cimentata nella loro preparazione.


Per otto palline

Riso integrale già cotto (due tazzine da caffè con 5 parti di acqua e un pizzico di sale integrale)
4 fogli di alga nori
Due umeboschi oppure circa un cucchiaio di purea.

Una ciotola con dell’acqua per tenere le mani umide


Tostare i fogli di alghe nori in modo che acquistino le tipiche venature verde vivo, e tagliare i fogli in quattro parti. Con le mani bagnate prendere una parte del riso e lavoralo con le mani per farne una pallina. Con la parte terminale del manico di un cucchiaino creare un buco e inserire dentro la purea di umeboshi per poi richiudere il buco riformando la pallina.
Prendere un foglietto di nori (un quarto di foglio) e farlo aderire al riso, aiutandosi con l’acqua e inumidendolo quanto basta. Potrebbe essere necessario utilizzare un secondo foglietto per avvolgere completamente la pallina di riso. Procedete così fino al termine del riso.
Se avete uno stuoino di bambù lasciatele appoggiate ad esso qualche minuto, in modo da fargli assorbire l’umidità in eccesso nel caso ce ne fosse.

Ringrazio Silvia di avermi ricordato questa ricetta e di avermi svelato il trucchetto per non avere troppi strati di nori ripiegati su loro stessi.
Grazie soprattutto del tempo passato assieme ;D