lunedì 26 gennaio 2009

Pane Osahwa e il rispetto per i doni della terra...

Lo so che la ricetta dello sformato di saraceno l’ho già postata, ma è più forte di me, rientra sempre nella mia vita con forza quando torno da Cuisine et Santè.
La cosa bella di questa preparazione è che la puoi fare con qualsiasi cosa, è ideale per l’inverno, e buonissima.

Il saraceno è un (non) cereale molto yang, cresce nel freddo e ha un tempo di maturazione molto breve.
Su “Medico di te stesso” di Naboru Muramoto si legge che conferisce a chi lo mangia di frequente la caratteristica della volubilità. Sinceramente trovo queste indicazioni sulle trasformazioni del carattere per merito del cibo curiosità interessanti, ma a volte azzardate.
Io per abitudine non abuso di alcun cereale, ad eccezione del riso, di cui sono davvero dipendente.
Il saraceno è ricco di ferro, proteine, sali minerali e vitamine, spesso è consigliato per l’anemia, assieme al miso. Vi invito a leggere questo post di Stella di Sale in cui tratta proprio l’argomento ferro.


Un bicchiere di farina di saraceno
Due cipolle
Verdura già cotta anche scolata da un minestrone
Due cucciai di olio di sesamo
Sale integrale marino
Un bicchiere e mezzo di acqua (o brodo di verdura)
Santoreggia (o qualsiasi erba aromatica)


In una ciotola miscelare farina, acqua, un pizzico di sale e una punta di santoreggia mescolando con una frusta. Lasciare riposare la pastella per un tempo che varia da trenta minuti a 8 ore.
Tagliare le cipolle a mezza luna e saltarle in padella con un cucchiaio d’olio per dieci/quindici minuti, mescolando di tanto in tanto. Salare e spegnere il fuoco chiudendo con un coperchio. Anche in questo caso lasciare riposare.
Unire alla pastella la cipolla e volendo altra verdura cotta e versare in un teglia oliata. Inserire nel forno gia caldo e cuocere per 20-30 minuti a 180 °.

Amore per il cibo
Il mio saraceno era rimasto dimenticato in dispensa e temevo avesse fatto qualche farfallina, ma non volevo buttarlo. L’ho messo in una ciotola piena d’acqua e vedendo effettivamente due farfalline vanire in superficie assieme ai grani ormai vuoti l’ho lavato ripetutamente. Buttando via tutto quello che si mostrava in superficie. L’ho messo poi ad asciugare su un panno di cotone pulito e il giorno dopo l’ho raccolto in un colino che ho posizionato sopra un calorifero per un’altra giornata in modo da fargli perdere l’umidità. Il giorno dopo ne ho fatto la farina che ho usato in questa ricetta.
Questa operazione sembra lunga ma si impiegano pochi minuti per ogni fase e la soddisfazione di recuperare tutto ciò che è buono di un alimento vi farà pensare che ne vale la pena, ne sono sicura…

mercoledì 21 gennaio 2009

Karintoh

Questa è uno snack classico della cultura macrobiotica, già Oshawa ne parla nei suoi libri, infatti è proprio da uno di questi che ho copiato la ricetta.
Ideali per la merende dei ragazzi, per accompagnare la visione di un film domenicale o un aperitivo. Insomma è un’idea sfiziosa che qualche volte è piacevole concedersi.


Tre cucchiai di farina
Due cucchiai di farina di mais precotta
Un cucchiai di fiocchi d’avena
Tre cucchiai di olio
Un cucchiaino di sale
Acqua qb
Olio per friggere

In una ciotola mischiare farina, polentina, fiocchi d’avena, sale e olio. Aggiungere l’acqua necessaria per ottenere un impasto simile alla sfoglia e impastare per una ventina di minuti.
Con il matterello stendere la pasta con uno spessore di circa 1 o 2 mm e ragliare rettangoli di 1 cm per 5.
Friggere ad immersione e se necessario salare col gomasio ;)

martedì 6 gennaio 2009

Ancora a Cuisine et Santè



Dopo un fine anno impegnativo e stimolante mi sono presa un po’ di tempo per me, solo per me. Ho lasciato il neo maritino a casa, sicuramente addolorato di poter passare intere giornate con fratelli e amici, e sono tornata con una combriccola eterogenea in un luogo che adoro: cuisine et santè.



Fin dalla partenza abbiamo avuto sorprese bellissime e quando l’aereo ha superato la coltre di nuvole che copriva Milano, davanti a noi si è aperto uno spettacolo che ci ha lasciato letteralmente senza fiato. Forse Anna ed io avevamo dimenticato l’azzurro del cielo a causa del grigiore dell’ultimo mese, ma le Alpi innevate che svettavano sopra un mare candido e cotonoso sono state un dono che ricorderemo.
Oggi è il terzo giorno che siamo arrivati e ancora non mi sono messa un secondo in cucina. Mi sto concedendo lussi da vacanza, ma da domani mi metterò di nuovo sotto a riavviare il cervello ancora un po’ impigrito dalla voglia di far nulla.
Tornare è come non essere mai stati via, ritrovi persone, luoghi sensazioni e ti senti parte di un mondo dimenticato.


La mia mente si confonde perché vorrei trovare risposte valide, rassicuranti, che in realtà non esistono. La macrobiotica è libertà, osservazione ancor prima di studio forse, ed io ho come il dubbio di aver studiato troppo e osservato poco. Come se nella frenesia del fare e dell’imparare non abbia colto tutte le opportunità.
Quello che è fatto è fatto, ora mi prendo più tempo per me, in questi giorni me lo posso permettere, e poco importa se non imparerò ricette nuove, oggi cerco qualcosa di diverso, i segreti del riciclo, ad esempio, e la libertà infinita.
L'obiettivo potrebbe divenire la distruzione totale dei vecchi paletti, la consapevolezza di essere nella direzione giusta, e questo è possibile solo con il confronto e con la condivisione.

giovedì 1 gennaio 2009

Per un 2009 sempre più Macro



Quest’immagine viene da un calendario di un UPM, mi è arrivato per mail e anche questa volta devo ringraziare Lorenzo e Silvia per questa chicca. Al di là del valore artistico delle immagini, quello che a me preme farvi arrivare sono le frasi di Oshawa, che qualcuno a scelto per insegnarci, o semplicemente ricordarci, cose importanti.

Riempite questa giornata di buoni propositi e servitevi delle altre per realizzarli.

BUON ANNO