Probabilmente nessuno se n'é accorto. Il mio modo di vestire non è cambiato così drasticamente, non lo è nemmeno il mio modo di sorridere. Semplicemente ho perso per strada una parte di me, esattamente come fa il serpente quando cambia la muta, oppure quando perdi per strada qualcosa.
Li per li non me ne sono resa conto.
Probabilmente ha fatto rumore, un suono tondo, come un PLOP.
Non mi sono girata, perché era normale in quel momento, ma adesso non lo è più, adesso ho bisogno di ritrovare quel senso di vuota femminilità. Parlo di vuoto non per dargli un valore negativo, ma perché è un sentire leggero, è un modo di riscoprirsi, forse di camminare, sicuramente di guardare e di irradiare.
La femminilità non mi serve in ufficio, quando combatto per farmi dare un’opportunità, o in cantiere, quando i muratori mi vedono solo come una pivellina caruccia; e quindi l’ho messa da parte.
Occhiali, niente trucco per evitare attenzioni non richieste, perché io sogno quel lavoro da uomini che ha l’odore acre della malta, e il colore rossastro dei blocchi di laterizio. Ma quando son fuori?
Oggi sento che la parte di me più colorata e frivola sta come urlando dentro le mie viscere per chiedermi attenzione, non so da quanto sta gridando, ma oggi ho voglia di darle ascolto.
Ho voglia di uscire dall’ufficio, in cui sto combinando il nulla. Andrei dal parrucchiere per farmi crescere i capelli, magari uscirne con i boccoli che per una volta reggono fino a sera.
Vorrei andare in centro per prendere quella maglia viola che mi ha stregata dalla vetrina, scoprire che mi sta benissimo e che quel colore mi dona.
Vorrei immergermi in una vasca di schiuma circondata di candele profumate. Andare in camera e trovare i vestiti da indossare già disposti con cura sul letto.
Immagino di prepararmi e truccarmi gli occhi di verde, vedermi al meglio, che magari non è un gran che, ma è il mio meglio. Vorrei poi uscire e dimenticarmi che è stato importante essere bella. Voglio, anzi, so che troverò i miei amici al ristorante. So che mi offriranno vino e che si divertiranno a vedermi ridere di gusto solo dopo il primo bicchiere, che poi saranno al massimo tre, perché di più casco per terra.
Vorrei che Lui guardandomi si accorgesse che sono al meglio, e che si rendesse conto che mi ama anche di più quando ho la febbre e lo faccio ridere perché mi metto il cavolo in faccia invece di prendere l’aspirina.
Voglio mettermi la gonna corta e i tacchi alti, voglio cambiare prospettiva, voglio dare ascolto per una volta alla frivolezza.
Li per li non me ne sono resa conto.
Probabilmente ha fatto rumore, un suono tondo, come un PLOP.
Non mi sono girata, perché era normale in quel momento, ma adesso non lo è più, adesso ho bisogno di ritrovare quel senso di vuota femminilità. Parlo di vuoto non per dargli un valore negativo, ma perché è un sentire leggero, è un modo di riscoprirsi, forse di camminare, sicuramente di guardare e di irradiare.
La femminilità non mi serve in ufficio, quando combatto per farmi dare un’opportunità, o in cantiere, quando i muratori mi vedono solo come una pivellina caruccia; e quindi l’ho messa da parte.
Occhiali, niente trucco per evitare attenzioni non richieste, perché io sogno quel lavoro da uomini che ha l’odore acre della malta, e il colore rossastro dei blocchi di laterizio. Ma quando son fuori?
Oggi sento che la parte di me più colorata e frivola sta come urlando dentro le mie viscere per chiedermi attenzione, non so da quanto sta gridando, ma oggi ho voglia di darle ascolto.
Ho voglia di uscire dall’ufficio, in cui sto combinando il nulla. Andrei dal parrucchiere per farmi crescere i capelli, magari uscirne con i boccoli che per una volta reggono fino a sera.
Vorrei andare in centro per prendere quella maglia viola che mi ha stregata dalla vetrina, scoprire che mi sta benissimo e che quel colore mi dona.
Vorrei immergermi in una vasca di schiuma circondata di candele profumate. Andare in camera e trovare i vestiti da indossare già disposti con cura sul letto.
Immagino di prepararmi e truccarmi gli occhi di verde, vedermi al meglio, che magari non è un gran che, ma è il mio meglio. Vorrei poi uscire e dimenticarmi che è stato importante essere bella. Voglio, anzi, so che troverò i miei amici al ristorante. So che mi offriranno vino e che si divertiranno a vedermi ridere di gusto solo dopo il primo bicchiere, che poi saranno al massimo tre, perché di più casco per terra.
Vorrei che Lui guardandomi si accorgesse che sono al meglio, e che si rendesse conto che mi ama anche di più quando ho la febbre e lo faccio ridere perché mi metto il cavolo in faccia invece di prendere l’aspirina.
Voglio mettermi la gonna corta e i tacchi alti, voglio cambiare prospettiva, voglio dare ascolto per una volta alla frivolezza.
10 commenti:
sei una bellissima ragazza e lavorando in un ambiente maschile a volte può essere un problema. poi se sei pure gentile e dolce allora penseranno il peggio.
lo so per esperienza ed è bruttissimo perchè non si viene valorizzati per le proprie competenze e professionalita'. ma almeno quando siamo al di fuori del lavoro possiamo veramente essere noi stesse. quindi osa ed esalta al massimo la tua femminilita'!
Buon weekend e un bacione.
Laura
Se vuoi,
fai... ;-)
io ti ho conosciuta senza un filo di trucco e vestita da spiaggia e ho pensato che sei veramente bella.
se ti vedessi come da post che penserei???
>_<
Nel Buddismo (ma anche in macrobiotica) si dice che il vuoto è la madre del pieno....;))))))
� difficile essere femminile normalmente e forse ancor di pi� in un ambiente di lavoro maschile... io l'unica volta che mi sono sentita a mio agio � stato quanto il mio titolare era un gay. A volte mi metto una maglia e la cambio perch� magari mostra troppo e non mi voglio sentire in imbarazzo...
il vantaggio di noi donne che cambiando vestito e trucco possiamo per un po' impersonare un altra parte di noi.
� stupenda la tua descrizione di femminilit�...
Lauretta, Donnina,
Grazie :)
sarei falsa e ipocrita se non dicessi che i complimenti mi piacciono un sacco ^^. Dal resto noi donne siamo così, tutte vanesie!!! Ed e giusto cosi ;)
Venerdì alla fine ho fatto la metà delle cose che mi ero riproposta, ma l'importante è sempre divertirsi, e io ho passato una bellissima serata.
A me capita spesso di intuire un mio disagio e poi trovare casualmente esperienze di altri sullo stesso tema. Anche stavolta mi è successo così in un romanzo (biografia?) divertentissimo che sto leggendo ora. Liti perenni tra l'io maschile e l'io femminile all'interno della stessa persona. Sa da schizzofrenia? Può essere, ma in realtà è una questione di equilibrio tra queste due tendenze, tra la parte maschile più cinica e lucida e la parte femminile più fragile ma comprensiva. L'equilibrio garantisce l'efficienza, ma lo squilibrio genera un tentativo di ri-equilibrio e quindi polarità sviluppando energia e vitalità :D
Lo yin e lo yang, il maschio e la femmina, il dentro e il fuori, in tutto c'è questa polarità.
Logan Georges,
che maschietti yang e concentrati che siete ;P
Nena,
continuo a pensare al tuo "vorrei essere di rosso vestita"!!! Ogni donna dovrebbe avere un vestito rosso, degli orecchini da abbinare e scarpe chilometriche che fanno male... non c'è nulla di più femminile se ci aggiungi un coprispalle.
ciao seguo da poco il tuo blog e quello della cuoca petulante....ho sempre cercato di seguire un'alimentazione sana e bio senza criteri particolari..poi ho scoperto la cucina macro e piano piano mi sto avvicinando a questo mondo.
ho letto questo post e mi sono ritrovata in pieno..anch'io architetto, in cantiere non mi considerano nemmeno ma mi faccio valere..e dopo il lavoro come un camaleonte mi trasformo e do spazio a un po' di frivolezza che non guasta.
scusami se mi sono dilungata.
il tuo blog è molto interessante.
ah...cosa mi puoi dire dei corsi della sana gola..sono di Milano e sono indecisa se frequentarli o meno..alcuni dicono che sono solo uno spreco di soldi e che bastano dei buoni libri di macro,ma???
ciao
isa:)
Isa,
dilungati quanto vuoi ;) a me piace conoscere chi mi legge se ha voglia di farsi scoprire :DDD
I canteri sono realtà a parte, una donna non è vista di buon grado, se poi è architetto c'è da ridere!!!
Della Sana Gola ho ancora troppi pochi dati per parlare, la mia prima impressione è positivissima, ma la realtà macrobiotica che conosco io è molto diversa.
Il discorso dello spreco di soldi secondo me dipende solo da te, nel senso che buoni libri di macro sono sicuramente fondamentali per non affrontare con superficialità un argomento per me importante come la costruzione di noi stessi, ma poi bisogna vedere i motivi che ti spingono a prendere un diploma.
Ha senso se hai intenzione di usarlo, oppure ha senso se vuoi davvero approfondire l'argomento anche per aiutare gli altri, amici o semplicemente te stessa, in entrambi i casi nemmeno il corso può essere sufficiente.
Costa tantissimo, forse troppo, per questo, se ne vale o no la pena per te lo puoi decidere solo tu. Magari prova visto che sei di Milano ;)
Tieni comunque presente che per farti un’idea potrebbe essere anche sufficiente la lettura dei libri di Martin, a prima impressione sono molto simili a quello che tratta nel corso, ovviamente nel corso puoi parlare e chiarire i dubbi.
thank u :)
gentilissima
buona giornata
Awesome blog you haave here
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